DIXON MCKINLEY: “For My Mama And Anyone Who Look Like Her” cover albumDixon attinge a un ibrido di jazz e rap, inserendo una serie di archi a effetto, fiati pieni di sentimento, percussioni e voci angeliche distribuite in tutto l’album, oltre ai caratteristici interventi di Micah James, Lord Jah-Monte Ogbon, Pink Siifu e altri. Gli strumentali jazz aggiungono un livello di gradita incertezza, con i suoni e le variazioni che evocano emozioni multiple ed una certa vulnerabilità. È un’energia che il protagonista descrive come ‘Pre-Kendrick Lamar To Pimp A Butterfly’, l’era in cui il rap adottava più strumentazione live.

La noia moderna è arrivata per tutti noi in modi diversi nell’ultimo anno. Per il rapper della Virginia McKinley Dixon, significa alternare risorse a raccolte fondi per neri e trans attraverso i suoi social media con discussioni su quali cani dei cartoni animati o gruppi pop punk della prima metà degli anni 2000 potrebbe battere in una rissa.

Il suo debutto, “For My Mama and Any Who Look Like Her”, è catturato nello stesso fuoco incrociato, molto umano, in cui l’umorismo e la millanteria sono strumenti per la contemplazione, per imparare a soffrire, elaborare e comunicare il trauma nero. È un album deliziosamente caratterizzato dai suoi singoli. “Chain Sooo Heavy” è una vetrina per McKinley Dixon il rapper, freddamente a dirigere la disposizione live che si gonfia con il caos teatrale del Kamasi Washington di “The Epic”; “Swangin” è la sua comunità a Richmond, viva all’interno di un corteo sonico; “Make A Poet Black” è la sua politica.

È un esordio che riesce a coniugare aggressività e cinismo con il messaggio che amore puro, sincerità e vulnerabilità sono alcuni dei sentimenti più cruciali necessari per sopravvivere e prosperare. McKinley offre questa gamma di emozioni con sicurezza mentre sottopone la conclusione a una trilogia di progetti che presentano l’elaborazione di Dixon della propria e delle altre vite come parte della più grande esperienza Black.

Riesce a saltare da rap veloci e commoventi a hook persistenti e orecchiabili che a volte incorporano altri cantanti, Dixon può essere ascoltato elaborare il suo trauma e la sua rabbia nel contesto del passare del tempo e della progressione della vita.

Ogni traccia dell’album sembra che McKinley Dixon sia supportato da un’orchestra di 100 elementi e supportato da numerosi e talentuosi coristi, anche se è possibile che sia principalmente registrato in un piccolo spazio in studio. È la fiducia nella voce e nel suono che crea un’atmosfera incredibile in ogni canzone che consente una varietà costante e tracce complesse. È riuscito a creare un progetto che racconta una storia di profonda emozione e vulnerabilità. Attraverso un uso incredibilmente versatile del suono e un dettato incredibilmente onesto della propria vita e delle proprie lotte, il nostro ci consegna un lavoro straordinario che è, facilmente, il mio progetto preferito nel suo genere quest’anno. Dato che vedo che l’artista continua a perfezionare la sua capacità di scrivere canzoni mentre contemporaneamente sviluppa abilità come animatore visivo e anche praticando e condividendo l’American Sign Language (ASL) in un modo che porta una maggiore consapevolezza alla comunità nera sorda, McKinley sta offrendo una pratica artistica di cui la maggior parte poteva solo sperare di tenere le redini!!!


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