“My Love Is A Hurricane” è l’album che sancisce il ritorno di David Ramirez, artista e compositore texano dalla carriera decennale, da subito inserito nel panorama cantautoriale folk a stelle e strisce. Pubblicato il 17 luglio, il nuovo disco, intimo e a tratti autobiografico, si affaccia su orizzonti sonori inediti, con strutture e sfumature inaspettate ed eterogenee.
Inizialmente pensato come un lavoro per celebrare l’amore per la sua donna, si è trasformato in una raccolta di canzoni che ci rende edotti sulla fine di quel rapporto. Di primo acchito ci si sofferma sulla superba qualità sonora, che lo porta lontano dai suoi primi dischi in cui emergeva una figura da folksinger dimesso.
Credo sia appropriato definirlo un concept album, essendo un viaggio attraverso la storia d’amore con una ragazza. Tutti i suoi album sono molto intimi e molto autobiografici e “My Love Is A Hurricane” non si discosta da questo. Gli piace immergersi in una sorta di autoterapia che si attiva nella scrittura di canzoni. Non è mai stato particolarmente bravo a scrivere ‘storie inventate’. Più i brani sono personali, più questo processo risulta efficace. Aveva scritto sedici canzoni e ha scelto le dieci che preferiva per la versione finale. Non tutte le tracce descrivono momenti specifici; la maggior parte riguarda la sfera dei sentimenti e dell’amore, nella sua concezione personale. Nonostante i testi possano sembrare molto intimi, non ha percepito la necessità – e ha pensato che non fosse nemmeno troppo giusto – tracciare i particolari della storia, passo dopo passo. Forse ha avuto il desiderio che le persone possano riconnettersi alla sua disavventura e trovare qualcosa che le rappresenti…Andare troppo nello specifico, risulterebbe più difficile, per un ascoltatore, provare la sensazione che viene espressa.
Come anticipato sopra si avverte una decisa sterzata in termini d sound, un’ispirazione derivata completamente dal produttore Jason Burt. David lo ha sempre ammirato, si è fidato del suo orecchio e talento affinché portasse le canzoni in territori mai esplorati, ma comunque coerenti e accessibili. Era giunto il momento di cambiare direzione e, in questo modo, ‘sono riuscito a divertirmi molto anche durante la registrazione. Le cose, prima, avevano iniziato ad apparire quasi ovvie e rischiavo di annoiarmi. Jason mi ha spronato ed accompagnato oltre a ciò che avevo sempre conosciuto e gli sarò sempre riconoscente per questo’.
‘Uno dopo l’altro / finì nel dolore e nella vergogna’, canta Ramirez in “Hallelujah, Love Is Real!” ‘Ho iniziato a chiedermi / se avessi quello che ci voleva per essere un amante’. È un brano R&B insistente con un trionfante ritornello gospel, perfezionato come molte canzoni di questo album da armonie che si elevano al di sopra del baritono risonante di Ramirez (in effetti, i vocalist Keite Young, Kelsey Wilson, Spice Reynolds, Uncle Roy e Sarah Jaffe contribuiscono ad alcuni dei momenti più memorabili di “My Love Is a Hurricane”). Liricamente, il brano è una celebrazione dell’amore, del trovare quella persona speciale; l’inflessione del nostro, tuttavia, rende chiaro che questa persona è nello specchietto retrovisore. “Heaven” infonde un brano in stile Tom Petty con tragici sapori pop-rock anni ’80. “Shine on Me” è particolarmente intrigante, in quanto ha la struttura ritmica e cordale di uno standard jazz vocale della metà del XX secolo. La raccolta è un disco riccamente strutturato – un salto nell’evoluzione sonora di Ramirez, senza dubbio – con elettronica, sintetizzatori e tastiere che costruiscono paesaggi sonori sfumati, come nell’enorme arena, evocativa di War on Drugs, “Coast to Coast”.
Grazie a una dolorosa rottura, non abbiamo ricevuto la raccolta di canzoni d’amore che David intendeva pubblicare. Quello che abbiamo ottenuto invece è un’esplorazione, ora dolorosa e danneggiata, ora calda e dolce, dello spirito affranto – anche se (e forse perché) Ramirez ha dovuto attraversare l’inferno per trovare queste canzoni!!!
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