DANNY GEORGE WILSON – ‘Another Place’ cover albumPer il frontman dei Danny & the Champions of the World, Danny George Wilson, l’ispirazione per la sua seconda uscita da solista è arrivata da un luogo che ha stimolato così tanti fan della musica nel corso degli anni: un negozio di dischi. ‘La musica a cui a malapena pensavo è entrata nella mia vita – come il jazz e la musica ambient giapponese – mostrandomi nuovi orizzonti’, ha detto della sua esperienza nella co-gestione dell’Union Music Store nel Sussex dal 2018. Il negozio lo ha aiutato a presentarlo anche a Hamish Benjamin, che avrebbe continuato a produrre quello che sarebbe diventato “Another Place”.

Prendendo una pausa dalle sue varie iniziative con Danny & The Champions Of The World e Bennett Wilson Poole, Danny ha realizzato un album molto più sperimentale di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. La traccia di apertura “Lost Future” stabilisce il nuovo approccio dall’inizio, il semplice chug melodico di batteria vuota ricoperto da un rumore simile a feedback, la voce che ricorda Dylan come quella di “Sincerely Hoping” che strimpella allegramente su un fischio intermittente di Wurlitzer, lampeggiante a metà con raffiche di riverbero della chitarra elettrica.

Si apre con un ritmo scrostato, sibili elettronici e note solitarie sulla tastiera, “I Wanna Tell You” crea uno stato d’animo teso a tarda notte mentre canta di ‘alla ricerca di ombre’ prima dell’ansia emotiva ribollente di electro (‘Mostrami qualcosa che non so/Mostrami qualcosa che potrei amare/Mostrami qualcosa/Meglio di questo’), “Heaven For Hiding” lo riporta in una cornice più vivace e vorticosa della mente musicale.

Il numero più orecchiabile dell’album, “Can You Feel Me?” inizia con un divertente cenno del capo a Carly Simon nelle battute autoironico ‘Sono così vanitoso che probabilmente scriverò questa canzone su di me’, procedendo attraverso l’albero che cade nell’enigma della foresta, per riflettere sull’esistenza dell’amore se non è parlato (‘Sapresti cosa provo per te/Se non dicessi come mi sento per te?’), canalizzando i primi REM tramite Neil Young sul ritornello.

Al contrario, evocando ancora i suoni rilassati dell’era “Harvest” di Young, i quasi sei minuti di “Right Place” fluttuano su wash sognanti simili a theremin, piano elettrico, acustica strimpellata e un chug ritmico costante, capovolgendo il groove rilassato con l’elettronica aspra, rumore e distorsioni che guidano “Giving Away Too Much” con la sua voce mista di eco e il pattern di batteria urgente e nervoso. Seguono due cover improbabili, la prima è una versione funky piano-pop guidata dalle tastiere di “We’ve Got A Lot Learn” degli Spirit, con la sua elettronica che ricorda la linea di chitarra di George Harrison su “My Sweet Lord”, con sia i cori di Gerry Love che l’assolo di chitarra dell’ospite Jeff Tweedy e poi, per mezzo di un cambiamento nella cultura pop, un adorabile duetto luccicante di tastiere con Emma Swift su “I would Be In Love (Anyway)” di Frank Sinatra dal suo concept album “Watertown” del 1979. Contato e costruito attorno a batteria e tastiere smorzate, finisce con il romantico, lussureggiante, languido ‘Neil Young va in stile trip-hop’ “Inbetween The Love”, scivolando nell’etere su un’ultima raffica di note di pianoforte fratturate.

Durante la realizzazione di “Another Place”, Wilson si è lasciato ispirare da suoni diversi e persone diverse, e si vede davvero nella natura sperimentale delle canzoni. Mentre gli stili a volte saltano, ogni traccia è sempre ancorata alla voce di Danny George e alla sensibilità sottostante, rendendo tutte le parti un insieme completamente piacevole!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *