Tutte le volte che mi capita tra le mani un disco che mi rimanda alla magica stagione del “Paisley underground” mi vibra forte il cuore e mi si inumidiscono gli occhi.
I Green on Red erano tra I miei preferiti e Dan Stuart una figura di magnifico perdente a cui non si poteva volere bene. La sua carriera solista non è mai decollata anche a causa di problemi personali causati principalmente dall’abuso di alcol.
Dal 2012 si è inventato un personaggio, Marlowe Billings, una specie di alter ego ed ha pubblicato un paio di lavori a cui oggi se ne aggiunge un terzo dal titolo “The unfortunate demise of…”. Ciascun lavoro ha visto l’uscita in contemporanea di tre libri. Questo viene presentato come il capitolo finale di Marlowe e pure di Dan, la fine della sua esperienza musicale.
Speriamo ci ripensi perché siamo al cospetto di un lavoro di rock americano nella sua accezione più ampia (roots, rock, blues, country, folk e punk), un album che ci riporta indietro nel tempo ad oltre trenta anni fa cioè ai Green on Red. Il suono è più riflessivo, le composizioni sono più calme ed evocative, non ci suono sfuriate strumentali. Un disco semplice, ma ricco di anima, in alcuni frangenti cinematico.
Date a Stuart un’opportunità, un musicista dotato di sentimenti profondi che non vi deluderà.


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