I Circles Around the Sun sono nati nel 2015 quasi per caso per intrattenere il pubblico negli intervalli del Fare The Well Tour dei Grateful Dead (ultima tournee con quel nome mitico) attraverso intermezzi strumentali.
Il gruppo è composto da Neal Casal alla chitarra, Andy McDougall alle tastiere, Dan Horne al basso e Mark Levy alla batteria. Esordirono su disco nello stesso anno con “Interludes for the Dead” che conteneva gli strumentali che suonarono negli intervalli della tournee di cui sopra. Sembrava una situazione da un colpo e via ed invece si ripresentano a noi a quasi tre anni di distanza con “Let it wander”. Si tratta di un’opera diversa, il gruppo non aveva in mente nulla prima di trovarsi in uno studio di registrazione. In questo modo le sessions si sono svolte in completa libertà, ma rimanendo fedeli allo spirito dei Dead.
Le atmosfere create posseggono una maggior naturalezza e danno l’idea della maturità esecutiva raggiunta dalla band. Sono rimasti al lavoro per un paio di settimane all’interno dello studio Castaway 7 di Ventura, California per consegnarci un cocktail di rock, psichedelia, funk lisergico e intuizioni jazz.
Il disco è composto da sette brani per una durata di settantasette minuti. Avrete capito cosa aspettarvi, ovviamente lunghe jam strumentali con lunghi assolo, cambi di tempo, pause e ripartenze come accade nella traccia “Ticket to Helix” che ha un andamento quasi spaziale, per farvi capire è come se ci trovassimo all’interno di “Space” del “Morto Riconoscente”.
Affascinante e capace di trasportarci in un’altra epoca è “Tacoma Narrows” che si sussegue ipnotica con un groove funky psichedelico.
Neal Casal ha definitivamente abbandonato i panni del cantautore di inizio carriera per diventare un chitarrista che si destreggia con abilità nel campo dell’improvvisazione riuscendo a raggiungere un fantastico interplay con McDougall che si muove tra varie tastiere che hanno il compito di riempire gli spazi che la sei corde lascia a disposizione. La sezione ritmica riesce a essere dinamica e flessibile per movimentare i cambi di tempo e dare un senso alle lunghe jam.
Un lavoro che piacerà a coloro che oltre vent’anni fa si innamorarono delle jam band americane quali Phish e Widespread Panic!!!


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