Che magnifico ricordo ho del mio primo incontro musicale con Charles Mingus. Ero di ritorno da Piacenza, dopo aver fatto visita ad un mio fornitore, e nel lettore cd dell’auto avevo inserito un paio di cd di Mingus che facevano parte di un doppio retrospettivo della Rhino. Rimasi folgorato dal suono che usciva dalle casse, d’altronde il nostro è stato, dopo Duke Ellington e Thelonious Monk, il più grande compositore che il jazz abbia espresso. E ne è stato anche il più grande contrabbassista.
Possedeva una naturale predisposizione per la melodia, ma anche un innato spirito improvvisativo che forse derivava dalla sua personalità impulsiva e schizofrenica.
Le composizioni di Mingus sono state il ponte di collegamento ideale tra le due grandi rivoluzioni nel jazz del dopoguerra: il bebop dei ’40 e il free jazz dei ’60, affinando il primo linguaggio e precorrendo il secondo. Ma la sua musica non è mai stata lo specchio di una corrente ben precisa, al contrario, Mingus fa storia a sé.
In “Right now” è con Clifford Jordan al sax tenore, John Handy al piano, Jane Getz al piano e Dannie Richmond alla batteria. Charles Mingus si è recato a San Francisco ed ha scatenato una tempesta. Questo LP contiene due composizioni di oltre 23 minuti ciascuna: “New Fables” e “Meditation (For A Pair Of Wire Cutters)”. “New Fables” presenta un assolo di dieci minuti di Jordan ed un approccio che lo stesso leader avrebbe definito avant-garde (nel 1964), pur con la decisiva influenza del blues, del flamenco e del jazz più lineare. Il lavoro di Handy è commovente, profondamente immaginativo, tecnicamente elettrizzante e precursore di ciò che sarebbe accaduto l’anno seguente a Monterey.
Fate come me oltre venticinque anni fa, lasciate che Mingus entri nella vostra anima, sono sicuro che diverrà imprescindibile!!!


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