A sfidare le mode musicali del momento e a disturbare il nuovo conformismo della musica italiana ci pensano i Bobby Joe Long’s Friendship Party, meglio conosciuti come Oscura Combo Romana.
Romana di Roma Est, territorio d’ora in poi sottratto all’egemonia culturale dell’indie capitolino e di fumettisti di successo. Le liriche sono intensi e allucinati viaggi allestiti nel più horror dei set cinematografici: Roma. Un’altra Capitale, che difficilmente finirà in un film di Sorrentino: infernali stazioni metropolitane, Tor Tre Teste, incroci popolati da streghe e vampiri, tanti serial killer, a concepire un universo deviato.
Capitanati da Henry Bowers, un losco individuo che si fa chiamare come lo psicopatico personaggio di “It” di Stephen King, i BJLFP sembrano gli Skiantos del terzo millennio avvolti dalle tenebre e cresciuti ascoltando Bauhaus, Siouxsie, Depeche Mode.
Punk, new wave, synth pop, metal, EBM sono le coordinate sonore entro il quale si sviluppano i deliranti testi, dall’animo situazionista e dal gusto neodada, che articolano un disco manifesto, un concept album a chiusura della trilogia (o, meglio, “trucilogia”) iniziata nell’aprile 2016 con il primo album autoprodotto “Roma Est” (allora, disco del mese per Onda Rock) e proseguita nel 2017 con “Bundytismo – ConcettiSostanzeMeanstream”.
I capolavori di “Semo solo scemi” – probabilmente i picchi assoluti della produzione OCR – sono “1984” e “Charles Starkweather”. La prima attualizza il crollo mentale di un novello Winston Smith nel brano più new wave del gruppo, la seconda racconta le gesta del tristemente celebre serial killer capace di ispirare opere come “Nebraska” di Springsteen e “Badlands” di Terrence Malick.
Ci vuole coraggio in Italia a presentare simili opere, non si capisce se ci credano davvero oppure sono completamente fuori di testa. Propendo per una combinazione delle due cose!!!


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