BLACK COUNTRY NEW ROAD – ‘Ants From Up There’ cover albumUscito il 4 febbraio, “Ants from Up There” è il secondo album dei Black Country, New Road. La nuova prova di Lewis Evans, May Kershaw, Charlie Wayne, Luke Mark, Isaac Wood, Tyler Hyde e Georgia Ellery arriva a giusto un anno dal debutto, “For the First Time”.

I BCNR sono ora molto lontani dalla band che suona in piccoli club con un seguito di culto e si sono trasformati in uno degli act in ascesa più discussi; quindi allontanarsi dall’apice delle opportunità promozionali e lasciarsi tutto alle spalle a metà blocco sembrava un salutare cambio di passo. Hanno iniziato a lavorare su qualcosa di completamente nuovo, scambiando la distorsione del pedale con momenti di silenzio,

Su “Ants From Up There”, le singole scene a loro volta si svolgono e molte volte sono decisamente buone. Il pezzo “Mark’s Theme”, ad esempio, è un breve elogio strumentale allo zio di Lewis Evans, morto a causa del coronavirus all’inizio dello scorso anno. Nel breve spazio di due minuti, la formazione dice di più con i propri strumenti di quanto molte altre potrebbero fare con l’abilità delle parole. Condotto tristemente dal lavoro al sassofono di Evans e dal piano cadenzato di May, il brano galleggia come una barchetta di carta nell’acqua, prima di finire schiacciante. Semplicemente una registrazione di Mark dopo una serata fuori, che canta con gioia senza preoccuparsi del mondo. Puoi sentire l’inciampo nella sua voce, e anche a uno che non conosce il significato della canzone, la sua qualità da ‘carillon’ è sufficiente per dare la pelle d’oca. Anche la parte in cui la band smette di suonare per 20 secondi, alla maniera di un John Cage, è potente.

La traccia successiva, “The Place Where He Inserted The Blade”, è un altro momento di splendida strumentazione. Il pianoforte di May qui suona meno anti-musica rispetto al disco precedente (che si è aperto con i suoi sintetizzatori robotici ripetitivi), ora il suo modo di suonare risulta come se potesse uscire direttamente da un complicato famoso balletto francese. Lewis scambia qui sassofono per flauto e insieme forniscono cure palliative ai testi sciropposi di Wood, descrivendo in dettaglio due persone che combattono da sole contro il resto del mondo. Di gran lunga il momento più ottimista dell’album, nonostante i testi a volte siano eccessivamente sdolcinati.

Su “Snow Globes” 36 note di chitarra vengono suonate in riserva per 9 minuti, facendo brillare i riflettori sulla batteria free jazz di Charlie Wayne. Audacemente la sua esibizione è imprevedibile, impostata più in alto della voce nel mix. La performance si svolge proprio come i cambiamenti meteorologici variabili che Isaac ci sta cantando sopra, e si blocca perfettamente, senza che sembri un idiota che mostra pretenziosamente le sue abilità di batteria. I sottili dettagli nei testi riguardanti divinità diverse e un’amicizia tagliata con chiunque sia ‘Henry’ sono estremamente commoventi, anche quando non sappiamo nulla tranne l’ombra del personaggio che Wood sta interpretando.

Concepito dopo che Isaac Wood ha visto dal vivo “Music for 18 Musicians” di Steve Riech, “Bread Song” suona molto come una jam eseguita sul pianeta x; trascorrendo i primi tre minuti in trance di caduta libera, prima che il tutto trovi un punto di collegamento. Questo sotto forma di sax fluttuante, violino, tastiere, chitarra e pianoforte alla ricerca del relitto di batteria che entra in gioco nella seconda metà, dove i colpi rimshot ben scelti di Charlie forniscono un climax esteticamente gradevole. È difficile credere che la traccia “Haldern” sia stata scritta completamente mentre la band improvvisava all’Haldern Pop Festival, ma eccoci qui. Chitarre nitide e nervose al chiaro di luna dietro l’ascesa e la caduta delle esibizioni di sax e violino, prima che la composizione si trasformi in uno schiaffo che riempie lo stadio. I testi rituali spirituali, un po’ pagani, sull’affrontare la vergogna sono eccezionali, sul serio. È molto buono, compensando il “Good Will Hunting” un po’ deludente e leggermente confuso che viene prima.

Mai un momento di noia qui!!!


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