BIG JOANIE – ‘Back Home’ cover albumNel 2020 il trio punk britannico Big Joanie ha realizzato l’impossibile: una cover di “Cranes In The Sky” di Solange che rivaleggia con la brillantezza dell’originale. Mentre Solange piroetta all’interno di armonie oniriche e tamburi a cottura lenta, Big Joanie ha gli occhi socchiusi, le sopracciglia aggrottate, mentre chitarre maturate sollevano i testi agghiaccianti di evasione dalla pista come un aereo che si insinua sull’asfalto, avanzando a poco a poco, via, via.

Per la cover il trio è andato per la prima volta in studio, pubblicando il singolo tramite Third Man Records. Formatasi quasi un decennio fa, la gita in studio dei campioni del fai da te ha rivelato un paesaggio incolto di possibilità creative. Dopo quattro anni, hanno finalmente raccolto tutti ciò che serviva loro per crescere. “Back Home” è stato raccolto, vedendo Big Joanie raggiungere con dita scintillanti i loro strumenti appena aggregati, armeggiare con una produzione più grande, costruita in modo più dinamico, piena di chitarre deliranti, ganci accattivanti e un tema ristretto ‘di trovare il tuo posto nel mondo’.

Il debutto del 2018, “Sistahs”, è rimasto fedele alle impronte digitali punk consolidate con jam rock lo-fi basate sulla chitarra, nessuna esclusa. “Back Home” non disdegna le radici del gruppo, ma si basa su di esse, scintillando con una produzione luccicante grazie a Margo Broom (Goat Girl, Fat White Family).

L’opener, “Cactus Tree”, è una melodia fragorosa con trame folk gotiche che si fondono miracolosamente con feedback pesanti e armonie rituali. La batteria midi trova la propria strada in “Insecure” e “Count To 10”, quest’ultimo include anche uno scintillante ritmo omnichord che la cantante, Stephanie Phillips, descrive come se ti stessi ‘ritrovando in un Nintendo64’. I sintetizzatori guidano “Your Words”, distillando una melodia che è come se i Depeche Mode realizzassero un’opera rock barocca. “Confident Man” è una melodia di trance down-tempo che descrive come la cultura dell’influencer sia semplicemente un aspetto della mentalità capitalista (‘Sono già abbastanza carina per te? Esiste per essere carina su Internet’).

A differenza di “Confident Man”, non ci sono molti sentimenti apertamente politici nel disco, forse come conseguenza della nuova direzione musicale e/o del tema finito di ‘casa’. “I Will” è una direttiva moderata, che utilizza tamburi midi per rispecchiare un lento passo verso un alloggio a prezzi accessibili (‘Costruisci una casa, costruisci un tetto, costruisci una casa felice’). Tuttavia, l’etica generale dello spostamento si intreccia ancora così bene che è difficile notare le cuciture. Che si tratti di “Taut” (che riporta alla mente i Pixies) sull’essere in un loop infinito, congelato in uno spazio non identificabile, o il rimbalzante “In My Arms” che cerca casa negli altri quando l’ambiente attuale è insoddisfacente e saturo di tutti i suoi nutrienti (‘​​ La città mi fa paura. Procedi con attenzione. Ho compromesso troppe volte’) il messaggio è lì. Semplicemente non è un pugno chiuso in faccia, è levigato in un percorso non accidentato, che ti porta in un punto non segnato; una roccia immateriale.

Quindi, anche se “Back Home” non è poi così punk, non lo è anche rompere gli schemi? Il punk è una libertà di espressione per chiunque abbia il coraggio di arrabbiarsi, entrare in uno spazio e creare una casa dove normalmente non sei il benvenuto. I Big Joanie fanno la loro dimora nel disco e, nel frattempo, il loro marchio nel rock contemporaneo. In poche parole: sono una band che merita la tua attenzione!!!


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