BARRY GIBB: “Greenfields: the Gibb Brothers' Songbook Vol. 1” cover albumLa maggior parte delle persone associa i Bee Gees a John Travolta sui grintosi marciapiedi di New York City nel classico film del 1977 “La febbre del sabato sera”. Il famoso falsetto del cantante Barry Gibb scorreva sulle piste da discoteca alla fine degli anni ’70 su grandi successi come “Staying Alive” e “Jive Talkin”. Nonostante il successo cosmopolita di Gibb, il musicista britannico che si avvicina ai 75 anni aveva una passione non così segreta per il bluegrass americano e la musica country. “Greenfields: The Gibb Brothers Songbook, vol. 1”, graffia il suo prurito bucolico attraverso una dozzina di interpretazioni delle sue canzoni con un who’s-who della musica country tra cui Dolly Parton, Sheryl Crow, Allison Krauss e Keith Urban.

Le delicate interpretazioni acustiche dei classici successi di Gibb su “Greenfields” sono come Snuggies musicali, che, se combinate con il brodo di pollo, possono aiutare a cancellare il disastro emotivo dell’anno scorso.

All’apertura dell’album, “Ive Gotta Get a Message to You”, la megastar country Keith Urban si unisce a Barry Gibb in una delicata ballata che trasuda piano, dolci colpi di chitarra ritmica e vocali vaporosi. Non ci sono spigoli vivi, assoli di chitarra vibrante o tamburi fragorosi. Ogni elemento musicale della canzone è come una soffice coperta in cui gli ascoltatori possono avvolgersi mentre la pioggia cade contro la loro finestra e si siedono a sorseggiare una calda tazza di tè. Gibb è affiancato dalla santa patrona d’America, Dolly Parton, che canta sopra un fragile pianoforte in “Words”. L’arrangiamento della canzone si sviluppa dal pianoforte scarno e fragile dell’intro; aggiungendo tamburi e archi che aumentano, ma non complicano, la semplice melodia. “How to Mend a Broken Heart”, dall’album “Trafalgar” dei Bee Gees del 1971, inizia con Barry che canta su un arrangiamento quasi jazz che in cui la batteria è suonata con i pennelli e il tintinnio del pianoforte.

Viene infine raggiunto da Sheryl Crow, in un’incredibile armonia in due parti che gocciola dolcemente dai diffusori addobbati con una svenevole sezione d’archi orchestrale che spinge la malinconia della canzone pericolosamente vicino al melodramma.

I momenti migliori dell’album provengono da un paio di successi, qui rivisti come squisiti e delicati numeri acustici. “How Deep is Your Love”, originariamente apparso nella colonna sonora di “Saturday Night Fever”, vede la partecipazione del virtuoso della chitarra acustica australiana Tommy Emmanuel insieme al quartetto country americano Little Big Town. L’abile interpretazione acustica di Emmanuel elude la sciropposa sdolcinatezza della canzone con la sobria chitarra pirotecnica del suo modo di suonare.

Ancora meglio è la rivisitazione dell’album di “Too Much Heaven”, con la superstar country Alison Krauss. L’arrangiamento essenziale e jazz è sostenuto dall’incredibile accoppiamento delle voci di Gibb e Krauss. La bella armonia in due parti riesce ad essere sia malinconica che stimolante allo stesso tempo. La canzone brilla di una verità sconvolgente mentre il duo canta: ‘Nessuno si ama più / È alto come una montagna / E più difficile da scalare’.

Un atto d’amore verso una musica che l’ex Bee Gees ha sempre amato e che saprà accompagnarci in queste fredde serate invernali!!!


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