ANGEL OLSEN – ‘Big Time’ cover albumNessuno scrive di tristezza, a più livelli, e con solo una sfumatura di ottimismo, come fa Angel Olsen. Che si tratti del sapore da cuore spezzato della sua svolta del 2016, “My Woman”, o del vero e proprio “All Mirrors” del 2019, è stata in grado di piegare qualsiasi suono per adattarsi alla propria lunatica esplorazione del proprio mondo. Mentre la Olsen, con sede ad Asheville, ha sempre avuto un paio di dita nel mondo americano, il suo nuovo album, “Big Time”, sfonda le porte delle sale da ballo, e se sei in grado di strizzare gli occhi nel modo giusto, potresti trovarlo essere il miglior album country dell’anno.

La tristezza in “Big Time” deriva proprio dal punto in cui ti aspetteresti – il trauma della relazione – e l’inizio del disco si occupa di questo, ma da un punto in cui è pronta a dire addio. La prima traccia (e singolo principale), “All the Good Times” tira fuori la lap steel (per gentile concessione del co-produttore Jonathan Wilson) mentre Angel raccoglie i pezzi migliori di una relazione interrotta: ‘Sarò via da tempo, grazie per le canzoni’ – per continuare con lei nel suo cammino in avanti. Il taglio del titolo, scritto con la sua compagna, la scrittrice Adele Thibodeaux, è un polveroso valzer del deserto scandito dalla pedal steel di Spencer Cullum (Cullum, Wilson e molti altri musicisti sono apparsi anche in “Lighten Up” di Erin Rae, un altro dei migliori LP del 2022). Dal punto di vista dei testi, la nostra ci offre qualcuno che non è ancora pronto per tuffarsi nella prossima grande cosa – ‘Stai sveglio tutta la notte fuori accanto al fuoco / Cantando la tua canzone ora sai che sono una banditrice’ – ma riacquista il contatto con la propria vulnerabilità.

La tristezza e il dolore della raccolta vanno oltre i problemi degli appuntamenti: Angel ha perso entrambi i genitori a poche settimane l’uno dall’altro, ed è successo poco dopo aver fatto coming out con loro e averli presentati al proprio partner. “This is How it Works” accoppia la steel di Cullum con un suono ancora più antico – clavicembalo e clavicordo di Drew Erickson – per abbinare fantasticherie sulla natura mutevole del dolore – ‘Sono così stanco di dire che sono stanco/è difficile ancora una volta’. E “Go Home” è una specialità della casa – inizia con un morbido intorpidimento di percussioni, basso e pianoforte prima di costruire e schiantarsi nel suo stesso dolore – ‘L’abbiamo visto bruciare tutto e non abbiamo fatto nulla / Perché significa qualcosa’ – prima di riprendersi, anche se solo un po’ – ‘Dimentica il vecchio sogno/ho una cosa nuova’.

L’ottimismo che la cantautrice ha vissuto negli ultimi giorni assieme a mamma e papà – facendo coming out e vivendo vera – riaffiora verso la fine di “Big Time”. “Through The Fires”, con i suoi archi lussureggianti e la voce inquietante, la cantante ha reimpostato la sua definizione di felicità: ‘Ho deciso/Imparare a liberare i sogni che erano morti’. E la copertina del lavoro “Chasing the Sun” la trova temporaneamente persa nel momento, nonostante il dolore: ’Tutti si sono chiesti dove sono andato/Mi sono divertito troppo a non fare nulla’. La traccia stessa si alterna tra l’essere fragile e decisamente stimolante, riflettendo gli attacchi e gli inizi che tutti proviamo quando cerchiamo di spingere attraverso la nebbia della perdita e del dolore. Angel Olsen è semplicemente in grado di scrivere brani su quel processo disordinato meglio di chiunque altro.

“Big Time” è stato prodotto da Johnathan Wilson e Angel Olsen, mixato da Wilson, progettato da Grant Milliken e masterizzato da Adam Ayan. Tutti i pezzi sono stati scritti da lei, con Beau Thibodeaux che ha scritto “Big Time”. Altri musicisti presenti sono Wilson (batteria, percussioni, lap steel, chitarre, mellotron, cetra, contrabbasso, basso sintetizzato, mandolino, armonium), Milliken (vibrafono), Emily Elhaj (basso, chitarra fuzz), Jake Blanton (chitarre, campane da concerto, sitar elettrico), Drew Erickson (piano, organo, Wurlitzer, Solina, clavicembalo, contrabbasso, clavicordo), Dan Higgins (flauto, sassofoni), Wayne Bergeron (tromba), Spencer Cullum (pedal steel), Gus Seyffert (chitarra), Andrew Bullbrook (violino), Wynton Grant (violino), Zach Dellinger (viola), Jacob Braun (violoncello) e Steve Holtman (tromboni).

Nel cercare di allontanare i brutti pensieri e le sofferenze ci dona la sua opera più ardente e profonda!!!


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