Alex Haynes è un bluesman britannico che alterna l’attività di musicista con quella di insegnante di musica. Benché sia in attività da una decina d’anni è la prima volta che vengo a conoscenza del suo nome. Ha viaggiato e suonato per tutto il nord Europa creandosi uno zoccolo duro di fans.
Proveniente dal nord del Regno Unito si trasferì a Londra nel 2011 per dare alle stampe un EP ed un disco.
Oggi esordisce per l’italianissima Appaloosa e si circonda di musicisti della penisola e si autoproduce.
Il risultato è un disco che rimanda alla moda british blues di fine sessanta inizio settanta, quindi fortemente mescolata ad ampie dosi di rock distorto e potente. La voce sembra sempre mixata dietro per ottenere un effetto di eco permanente, le parti chitarristiche sono molto convincenti e varie sia per tecnica, stile e per l’ alternanza delle sfumature.
La ruvidità e l’asprezza dei brani rimanda anche a quel blues ipnotico e infangato del Mississippi, avvicinandosi a tratti a Howlin’ Wolf e John Lee Hooker.
Un lavoro che piacerà a tutti coloro che hanno ancora passione per quel momento storico, che tante belle cose ci ha fatto ascoltare. Forse in quel periodo il nostro sarebbe stato in secondo piano oppure ignorato, ma allora era il paradiso per questo genere di musica.


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