Che magnifici ricordi mi suscita l’uscita di “Philophobia” degli Arab Strap nel 1998!!! Erano un gruppo di provenienza scozzese formato da due musicisti, Aidan Moffat alla voce e Malcolm Middleton a strumenti vari. La loro musica è caratterizzata da melodie circolari, arpeggi ridotti all’osso, liriche scarne che li pongono nel segmento post-rock assieme ai connazionali Mogwai. In realtà io propenderei maggiormente ad inserirli in un cantautorato lo-fi di tipo esistenziale in cui si percepisce una profonda malinconia e un forte male di vivere.
I nostri proseguirono fino al 2006, per circa un decennio, poi si sciolsero per proseguire ciascuno dei due per una propria carriera solista.
È da poco uscito un nuovo lavoro del cantante Aidan Moffat in compagnia di RM Hubbert , i quali si circondano della cantante e violoncellista Siobhan Wilson, della pianista Rachel Grimes e del sassofonista John Burgess. L’atmosfera che permea l’opera non si discosta da quella che caratterizzava gli Arab Strap quindi noia di vivere e quel senso perenne di inadeguatezza.
Il disco si sposta tra pezzi di struggente bellezza quali “Cockcrow”, “Party on” e “Everything goes” ad altri che sembrano inseriti a caso tra brani strumentali, e cose che risultano più degli scherzi che altro.
Il lavoro è dedicato soprattutto ai fans di lunga data piuttosto che ad un pubblico ampio, ma la classe è una caratteristica che sempre lo accompagnerà.


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