A CERTAIN RATIO – ‘1982’ cover albumLa band post-punk A Certain Ratio merita la possibilità di parlare dell’anno 1982 (se è quello che fanno nel loro nuovo disco). Quello fu l’anno in cui pubblicarono due dischi, espandendo il loro sound e portando più funk nelle loro registrazioni. Parte integrante della Factory Records di Manchester, la formazione ha continuato più o meno da allora, usando il proprio ritmo per esplorare nuove strade. Dopo una pausa in studio per la maggior parte dell’inizio di questo secolo, il gruppo è tornato con un cofanetto e un nuovo album “ACR Loco”. Questo sembra aver dato il via a una nuova era, e mentre hanno intitolato il loro nuovo rilascio “1982”, offre più di un semplice sguardo indietro, viaggiando avanti nel tempo come se stesse facendo un bilancio.

“SAMO” apre la raccolta tornando un po’ indietro, alla fine degli anni ’70, con il suo riferimento all’etichetta dei graffiti usata da Jean-Michel Basquiat e Al Diaz. La canzone porta un legame distinto con il successo dei Blondie del 1980 “Rapture” grazie alla sua sensazione generale, al seguito delle parole (incluso un cenno a Fab Five Freddy) e all’apparizione della nuova vocalist Ellen Beth Abdi. L’LP procede – né progressivamente né riduttivamente – nel tempo da lì. Il rapper Chunky si unisce al gruppo per “Waiting on a Train”, un sognante ritorno al passato ravvivato dai versi dell’MC e dai precisi svolazzi dappertutto.

Dopodiché, i nostri rimbalzano a loro piacimento, di solito al loro meglio quando sono più funky. Il legame con il 1982 svanisce, sebbene il lavoro non abbandoni del tutto la scena dei club dell’epoca. Si insinuano accenni di disco, ma sempre con un pizzico di spigolo. Il jazz vortica attraverso il rilascio, cambiando continuamente tono e aspettative. La loro capacità di rimanere coerenti mentre viaggiano in varie direzioni rimane impressionante. “Afro Dizzy” introduce un po’ di Afrobeat dando ad Abdi un ruolo centrale. I sintetizzatori spingono rapidamente la traccia verso un territorio cosmico, un numero dance spaziale esattamente in linea con la gioia di A Certain Ratio di uscire appena un po’ fuori linea, rigidità ritmica ribaltata da colpi di scena atmosferici.

Il singolo “Holy Smoke” va per autentico funk di ritorno al passato, facendo eco a Rick James, ma usando uno squallore di sassofono e la voce di Ellen Beth per mantenere una svolta fresca. Mentre elementi di omaggio e pastiche percorrono tutto “1982”, la band non si perde mai nel passato, e la vivacità del gruppo risplende in tutto il set. L’album perde molto vigore nelle sue ultime due tracce. Il soleggiato “Tier 3” dura solo tre minuti e mezzo, ma con i suoi spaghetti vaganti, sembra il doppio. Il brano di chiusura, “Ballad of ACR”, si divide in tre segmenti, raccontando la loro storia in diverse modalità. Nessuno dei segmenti funziona del tutto, anche se il chiaro pop del primo e del terzo tratto si avvicina, superando lo sperimentalismo forzato della sezione centrale. La coppia conclude sfortunatamente un disco altrimenti forte ed energico.

I mancuniani sono sempre stati disposti a giocherellare con il proprio suono. Che lo facciano qui (nel bene o nel male) non sorprende, e si adatta al loro inizio ringiovanito di questo decennio, ancora pieno di ambizioni dagli anni ’80!!!


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