MORCHEEBA: “Blackest Blue” cover albumI Morcheeba sono tra i pionieri della scena trip hop/downtempo britannica e “Blackest Blue” è il decimo album in studio in una discografia che abbraccia tre decenni. Il 2020 ha visto il gruppo impossibilitato a fare tour o esibirsi dal vivo, il che ha dato a Skye Edwards & Ross Godfrey ‘il tempo di scrivere canzoni e di perfezionarle davvero’, come dice Ross. ‘Non c’erano così tante pressioni, così abbiamo potuto davvero prenderci il nostro tempo per mettere a punto i brani’, aggiunge Skye.

Il risultato di questo tempo in più regalato dal lockdown è un raffinato album di 10 tracce che fonde le precedenti incarnazioni e sonorità della band – come downbeat, chill, electro-pop & soul – in un modo coeso che ci immerge in profondità nell’anima musicale della band. Come al solito, il duo si è avvicinato all’album senza preconcetti e ha creato un viaggio organico che rappresenta tutto il bello dei Morcheeba.

I testi di Skye sono principalmente incentrati sulla positività e sul superamento delle avversità personali.

Il lavoro include featuring con Duke Garwood (noto per il suo lavoro con Mark Lanegan, tra gli altri) e Brad Barr (The Slip, The Barr Brothers). Ross racconta: «Sono riuscito a mettermi in contatto con Brad Barr al telefono e gli ho chiesto se gli andasse di essere presente nel nostro album. Gli ho mandato una demo con un pianoforte registrato, e mi ha restituito quella che poi è stata la struttura di “Say it’s Over”. Skye ha completato il tutto con la melodia e il testo e improvvisamente avevamo fra le mani un pezzo straordinario e di grandissimo peso».

La raccolta è stata anticipata dai singoli “Oh Oh Yeah”, “Sounds Of Blue” e la cover “The Moon”.

“Sounds of Blue” è la terza traccia del loro prossimo album. I Morcheeba sono straordinari nel fare canzoni apparentemente tranquille; tracce morbide all’orecchio ma solo fino a quando non viene rivelata la loro potente essenza. Il loro disco precedente, “Blaze Away”, pubblicato non molto tempo fa nel 2018, ne è un ottimo esempio. “Sounds of Blue” sembra preservare questa logica.

Non ci sono sorprese nel pezzo, solo i caratteristici suoni organici downtempo, influenzati dal trip hop, mescolati con toni elettronici. Perfezionato con la loro voce caratteristica, riverbero pesante ma etereo, la traccia sembra uno spazio sicuro. Rende l’atto dell’ascolto, simile a un’esperienza in cui sei catturato in un caldo vortice che alla fine ti abbatte leggermente invece di schiacciarti, lasciando i tuoi sensi offuscati per un minuto.

D’accordo, direte voi, non c’è niente di nuovo, il solito sound. D’accordo, ma quando classe ed eleganza raggiungono questi livelli non importa quanta novità possa scaturire dal suono.


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