WAWAU ADLER- “Happy Birthday Django 110”Fino agli anni ’70, tutti gli stili jazz più importanti provenivano dagli Stati Uniti, eccetto uno che fu inventato in Europa: si trattava del jazz manouche, anche noto come gypsy jazz o sinti swing, come lo chiamava Django Reinhardt (1910-1953) che lo inventò negli anni ’30 e lo fece crescere assieme al suo grande quintetto Hot Club de France.

Dai vari nomi di questo jazz europeo si capisce che erano e sono ancora musicisti sinti e rumeni a mantenere in vita lo stile virtuoso e senza tempo di Reinhardt. Uno dei migliori discendenti del chitarrista è Joseph ‘Wawau’ Adler, nato a Karlsruhe, in Germania, nel 1967.

Il 23 gennaio 2020 Django avrebbe festeggiato i sui 110 anni e per questa speciale occasione Adler dedica al grande maestro un vero monumento musicale intitolato “Happy Birthday Django 110”. Per realizzare un album che rendesse giustizia all’inventore del jazz manouche, durante la produzione del disco si è voluto rispettare il suono originale delle vecchie registrazioni. Per questo motivo Adler suona una chitarra originale Selmer no. 828 che è identica alla chitarra no. 503 che Reinhardt suonava negli anni ’40.

E’ stato inoltre registrato usando solo 2 microfoni unici al mondo e molto preziosi, costruiti esattamente come quelli degli anni ’40. D’altro canto rispetto per l’originale significa anche prendere la sua idea di jazz: «Certamente gli assolo non devono semplicemente essere copiati», sottolinea Adler, «per questo Django è stato il mio compagno costante durante le registrazioni in studio. Ancora ed ancora mi sono chiesto: come lo avrebbe fatto lui? Che note avrebbe suonato? Che cosa avrebbe suonato in modo potente, delicato, dinamico, con amore, o malinconico e addirittura con tristezza?».

In questo lavoro, Joseph propone all’ascoltatore 4 composizioni di Reinhardt, “My Blue Heaven” di Walter Donaldson, “The Man I Love” di George Gershwin, entrambe del 1924, “How High The Moon” di Morgan Lewis del 1940 e “I Will Wait For You” di Michel Legrand del 1964.

Sia che si tratti di ballate lente e romantiche come “Time On My Hands”, che di mid-tempo blues come “Melodie Au Crepuscule” o di brani velocissimi come “Twelfth Year” di del chitarrista gitano, Adler non solo ne esalta lo swing, ma suona anche ogni melodia in modo fantastico ed espressivo come solo il suo grande maestro sapeva fare!

Dedicato a tutti coloro che hanno sempre avuto un debole per Django Reinhardt e il jazz manouche!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *