STEVE FORBERT- “Early Morning Rain”Sono trascorsi più di quaranta anni da quando Steve Forbert si recò a New York dalla natia Meridian nel Mississippi, cercando di sfondare nel mondo della musica. A suo modo ci è riuscito, uno dei tanti ‘nuovi Bob Dylan’ (Springsteen, John Prine, Elliott Murphy), sicuramente con fatica nonostante abbia pubblicato diversi dischi di valore. È, comunque, stato in grado di trovare una propria via e, con carattere, di farsi apprezzare in veste di cantautore.

Dopo venti dischi realizzati in studio con materiale originale, il veterano Steve Forbert si è concesso una pausa per scrivere con la giusta calma nuove canzoni. Con L’amico produttore Steve Greenwell, ha però deciso nel frattempo di pubblicare una raccolta di covers, undici brani scelti tra quelli che più ha amato e degli autori che maggiormente lo hanno influenzato all’inizio e durante la sua ormai quarantennale carriera. Il lavoro è stato realizzato in più sessioni fino allo scorso gennaio, e ad accompagnare in studio il cantautore troviamo un gruppo di validi musicisti che suonano con lui da parecchio tempo come il chitarrista George Naha, il tastierista Rob Clores e la sezione ritmica formata da John Conte al basso (tranne in due brani dove suona Richard Hammond) e da Aaron Comess degli Spin Doctors alla batteria.

Sono brani che spiegano quali siano le sue radici, quelli che gli sono piaciuti nei suoi ascolti e, soprattutto, di quei compositori che tanto hanno significato per lui. Tante di queste canzoni sono molto note e il rischio era quello di una resa piatta e scontata, cosa che non si è mai verificata grazie alla capacità di Forbert di entrare nei brani con passione e rispetto.

Dopo i problemi di salute che ne avevano rallentato la carriera, sembra che Steve Forbert negli ultimi due anni si sia ripreso e abbia riscoperto il gusto di fare musica e di raccontarsi attraverso un libro autobiografico, “Big City Cat: My Life in Folk-Rock” pubblicato nel 2018, un album di brani originali, il buon “The Magic Tree” dello stesso anno. Ora un disco in cui interpreta pezzi di altri e non si tratta di mancanza di ispirazione. Si comincia con il brano omonimo di Gordon Lightfoot in cui il nostro ne rallenta il ritmo e accentua il tocco malinconico grazie al pianoforte ed all’uso della pedal steel in secondo piano. Versione di gran livello. Poi è il turno di “Box of rain” dei Grateful Dead e, come loro, costruisce il pezzo poco per volta con l’utilizzo del piano e delle chitarre che disegnano la melodia, mantenendo i profumi della California di cinquanta anni fa. Ora un pezzo da novanta, “Your song” di Elton John, una prova superata brillantemente grazie alla sua voce con quell’inconfondibile timbro rauco, ricco di sfumature. Ne esce un pezzo dalla giusta intensità per una delle più belle ‘love songs’ di tutti i tempi.

“Withered And Died”, gioiello della produzione di Richard e Linda Thompson qui rivisitata come fosse una bella country song, con la pedal steel che cuce il suono in modo egregio e la voce di Emily Grove che doppia quella del protagonista. Decisamente sorprendente è “Supersonic Rocketship” dei Kinks (era sul loro ottimo “Everybody’s In Show Biz”), qui riletta in modo discreto. Con “Suzanne” di Leonard Cohen si prende ancora una grande responsabilità, che riesce a superare dandone una versione convincente, rilassata e passionale nello stesso tempo. La chiusura è affidata a “Dignity” un modo significativo di rendere omaggio ad una voce e ad un personaggio al quale Steve Forbert deve tantissimo in fatto di ispirazione. Il brano di Dylan, non certamente uno dei suoi più famosi, è stato scelto probabilmente per il testo pieno di acuti riferimenti alla vita sociale, che risultano ancora oggi drammaticamente attuali. Dal lato musicale la versione è passionale col piano che scandisce il ritmo sovrapponendosi alla batteria e le chitarre che svolazzano libere nella ripetitività delle strofe.

Mr. Forbert riassume un po’ tutte le sue influenze in una selezione quanto mai variegata e tutto sommato riuscita per convinzione, gusto e approccio. Un ascolto è d’obbligo!!!


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