Mr. Klaus Waldeck è orgoglioso di presentare “Grand Casino Hotel”, il suo sesto album in studio e senza dubbio il suo lavoro più cinematico. Negli ultimi 10 anni o giù di lì, Waldeck ha spesso tratto ispirazione da un certo genere musicale o da un’epoca, per poi creare una sua personale visione artistica; basti pensare a “Ballroom Stories” (2007), considerato uno dei più influenti album Electro Swing, “Gran Paradiso”, del 2016, il suo omaggio allo spaghetti western e alla canzone italiana, o l’ultimo “Atlantic Ballroom” (2018), ricco di suoni jazz tipici delle serie crime della fine degli anni ’60.
Questa volta il nostro entra nel mondo dei road movies americani – in tutte le sue sfumature e colori. Un genere nel quale il viaggio è il fine, e il fine è la libertà. Ascoltando “Grand Casino Hotel” ci si trova immediatamente catapultati in un panorama desertico, con motel economici dalle piscine dismesse ed infinite autostrade che inframezzano la monotonia della scena. Un decrepito casino adiacente il nostro motel cattura l’attenzione. Uno degli impiegati potrebbe essere l’accigliato gemello di Waldeck. Film musicale d’autore. Questo album non è solo una cinematica colonna sonora, è una metafora per il viaggiatore che – alla ricerca di un veloce e fortunato colpo – finisce col perdersi e non arrivare al luogo desiderato.
I riff di chitarra “twang” e le linee di basso pulsanti, uniti ai beat elettronici minuziosamente cesellati, aggiungono a questa raccolta un’affascinante “credibilità da road movie”. Il viaggio è accompagnato dai suoi fidati compagni di lunga data: Patrizia Ferrara, Zeebee e Joy Malcolm, oltre al cantante britannico Carl Avory.
Dodici brani divertenti e sfiziosi che spingono all’azione tra trombe e fiati tex mex stile Calexico (“So Strong”) un filo di jazz ritmato, chitarre twang, piano e batteria incalzanti, un pizzico di funk che rende molto tarantiniana la fuga del nostro eroe caduto in disgrazia. Klaus si accomoda in cabina regia con due brani strumentali o quasi come “Lost In Nevada” e “Una Promossa”, lasciando che siano i suoi collaboratori a interpretare i ruoli principali. Tre voci femminili si alternano nel ruolo di femme fatale: quella sbarazzina e vivace di Zeebee, quella maliziosa di Patrizia Ferrara e quella rotonda di Joy Malcolm (ben nota ai fan degli Incognito). Spetta al britannico Carl Avory invece il compito di mantenere alto l’orgoglio maschile in “Hold Me Tight”.
Un disco frizzante e sbarazzino per accompagnarci durante questa estate che sta volgendo al termine!!!
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