VV.AA.- “Angelheaded Hipster- The Songs Of Marc Bolan & T.Rex” cover albumMarc è stato da sempre citato come una delle maggiori influenze da alcuni dei più grandi nomi della musica da David Bowie a Johnny Marr. L’epoca d’oro di Bolan risale tra la fine degli anni Sessanta ed i Settanta, quando era l’artista più venduto dopo i Beatles, oltre ad essere star del cinema e la scintilla dietro la scena Glam Rock. Morì nel 1977 a soli 29 anni, dopo un incidente d’auto a Barnes, Londra, ma la sua reputazione negli anni è solo cresciuta. Nel momento in cui Marc sarà inserito nella Rock n Roll Hall Of Fame e a 50 anni dal primo singolo e album dei T.Rex, illustri fan si sono riuniti per rendergli omaggio e per sostenere il suo posto tra i grandi della musica. A permettere tutto questo è stato il compianto Hal Willner, colui a cui si devono alcuni dei tributi meglio riusciti tra tutti quelli pubblicati negli ultimi trent’anni circa. Seppe catalizzare l’attenzione del pubblico ‘colto’ e degli addetti ai lavori con progetti magnifici dedicati ad artisti specifici oppure ad interessanti ‘songbook’, tutti nobilitati dalla presenza di musicisti eccellenti del jazz, del rock e del pop. Ricordo, tra le tante, celebrazioni dedicate a Nino Rota, Thelonious Monk, Charles Mingus, Kurt Weill, le canzoni dei film della Disney, quelle del folk americano riportate alla luce da Harry Smith e pure quelle dei pirati. Questo capitolo ha un sapore amaro dovuto al fatto che Hal se ne è andato lo scorso sette aprile a causa del COVID-19, a soli sessantaquattro anni.

La fama che Willner si era creata deriva dall’alchimia con i diversi artisti con cui ha collaborato, per questo motivo la sua scomparsa ha generato dietro di sé una serie infinita di affettuosi omaggi da parte di tutti coloro che hanno lavorato con lui e lo hanno conosciuto. È stato il produttore degli sketch musicali del Saturday Night Live per diversi decenni e ha prodotto album per artisti come Marianne Faithfull, Lou Reed, Bill Frisell, Lucinda Williams, Allen Ginsberg, William S. Burroughs, tra gli altri.

In quest’occasione si è immerso nella musica della star inglese, facendo ricerche su recensioni e interviste. Ha scoperto che di Bolan non si parla quasi mai come ‘compositore’. Così, il concetto dell’album è diventato quello di mostrare il nostro come scrittore, con il tipico cast di artisti provenienti da mondi diversi che raramente si vedono nello stesso posto.

Gli highlights dell’album si susseguono velocemente ogni qualvolta ogni artista esplora il suo Marc preferito, sia i suoi album incendiari da pop star come “Electric Warrior” e “The Slider”, sia il repertorio con Steve Peregrin Took nei Tyrannosaurus Rex (la formazione che ha collegato il suo periodo folk acustico al risveglio elettrico dei T.Rex), o i sui suoi dischi successivi, arrivando persino a “I Love To Boogie”, la hit tratta dall’ultimo album del 1976 “Dandy In The Underworld”. C’è la rielaborazione elettronica di Peaches di “Solid Gold”, “Easy Action” (registrata a Berlino), che in qualche modo mantiene ancora lo spirito rockabilly dell’originale. A New Orleans, gli U2 celebrano il loro idolo adolescenziale con una fedele ”Bang A Gong (Get It On)”, accompagnati al pianoforte da Elton John, quasi 50 anni dopo aver raggiunto Marc a ‘Top Of The Pops’ nel 1971 e col contributo di Trombone Shorty. “Main Man” di Father John Misty è un’impennata emotiva, un’interpretazione tenera e lussureggiante del brano stralunato e autoreferenziale dall’album “The Slider”. E Kesha esorcizza i demoni su una appassionata e cupa “Children Of The Revolution”. Tra tutte spicca la versione di “Cosmic dancer” offerta da Nick Cave in chiave cameristica, straziante e malinconica, che esplora il cuore di una canzone che racconta la nascita creativa di Bolan, mentre si interroga sul suo essere mortale, un artista che parla a un altro attraverso le generazioni.

Willner ha lavorato su “AngelHeaded Hipster” per diversi anni, con session attraverso i continenti, da New York, Los Angeles e New Orleans a Londra, Parigi e Berlino. L’album presenta ospiti speciali come Donald Fagen, Mike Garson, Bill Frisell, Wayne Kramer, Van Dyke Parks e Marc Ribot, con arrangiamenti di Thomas Bartlett, Steven Bernstein, Eli Brueggemann, J.G. Thirlwell e Steve Weisberg. ll progetto è stato ideato e realizzato da Bill Curbishley e Ethan Silverman. Kate Hyman ha avuto il merito creativo di chiedere ad Hal di produrlo.

Forse non il tributo migliore fra i tanti approntati, ma sicuramente emozionante per il ricordo di Willner e per la constatazione che l’eredità di Marc Bolan vive ancora negli artisti e musicisti che lo hanno seguito!!!


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