Nato a Milano nel 1956, Tiziano Tononi inizia a suonare la batteria da autodidatta in gruppi rock e dalla metà degli anni ‘70 si avvicina progressivamente al jazz nelle sue diverse forme. Nel 1978 incontra il percussionista americano Andrew Cyrille, con cui inizia a studiare a New York e successivamente, a varie riprese, sia negli Stati Uniti che in Europa. Nel 1979 entra alla “Civica Scuola di Musica” di Milano dove studia sotto la guida di David Lee Searcy, primo timpanista dell’Orchestra del Teatro alla Scala. Nel 1981 torna a New York per studiare con Bob Moses e nello stesso anno fonda con il sassofonista Daniele Cavallanti il gruppo Nexus, formazione che si fa conoscere in Italia e in Europa attraverso la partecipazione a concerti, rassegne e festival internazionali. Tiziano Tononi è membro fondatore dell’Italian Instabile Orchestra, con cui ha suonato nei maggiori festival internazionali, e di Nexus, ha inciso per le etichette ECM, Enja, Leo Records, Black Saint, Soul Note, Splasc(h), Red Record e LongSong ed ha vinto numerosi premi della critica, nazionali ed internazionali. Ha suonato e/o registrato con Tiziana Ghiglioni, Gianluigi Trovesi, Roberto Ottaviano, Dino Betti Van Der Noot, Giancarlo Schiaffini, Enrico Rava, Muhal Richard Abrams, Pierre Favre, David Friedman, Dave Liebman, Jean Jacques Avenel, Oliver Johnson, Maggie Nicols, Andrew Cyrille, Barre Phillips, Mark Dresser, Ray Anderson, Steve Lacy, Dewey Redman, Tony Scott, William Parker, Cecil Taylor, Glenn Ferris, Mark Dresser, Herb Robertson, Steve Swell, Joe Fonda, Jaimoe, Roswell Rudd. Ha vinto con due lavori a proprio nome – “Awake Nu A / A Tribute To Don Cherry” e “We Did It, We Did It (Rahsaan & The None”) – entrambi su etichetta Splasc(h) Records, le edizioni del TOP JAZZ 1996 e 2001.
Air Sculptures completa la trilogia di lavori di Tiziano Tononi dedicati alla musica di Ornette Coleman, iniziata nel 2004 (Peace Warriors/Black Saint), proseguita nel 2006 (Forgotten Children/Black Saint) e che si conclude con questo omaggio a Free Jazz (Atlantic, 1960). La suite Air Sculptures, scritta per nove musicisti, non a caso dura esattamente 37.03 minuti (la durata esatta della versione ufficiale dell’incisione di Coleman) e vede all’opera un doppio quartetto, in omaggio alla grande composizione/improvvisazione del doppio quartetto di Coleman, che nel dicembre 1960 scrisse una delle pagine più innovative della storia non solo del jazz, ma di tutta la musica del ‘900. A corredo di tutto questo, una serie di brani di Ornette Coleman del suo periodo in quartetto, reinterpretati in formazioni più piccole, tratte dal nonetto, per cercare di rendere più attuale la grande lezione che il sassofonista di Fort Worth ci ha lasciato in eredità, auspicandosi che la sua musica potesse diventare veicolo affinché altri la utilizzassero per poter dire una parola originale e propria.


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