TIM GRIMM – ‘Gone’ cover albumMolte persone risuoneranno con i sentimenti delle canzoni di questo album che è un’altra risposta compassionevole a questi tempi in cui gli stessi sentimenti di perdita, disperazione e speranza, che spesso si trovano nelle canzoni d’amore, sono intrecciati con opinioni politiche. Tutte queste ansie hanno ispirato Tim Grimm a combinare la sua carriera teatrale e quella di attore scrivendo composizioni per questo album. Ma piuttosto che lanciare parolacce, Tim usa sottili metafore e una robusta presa in giro per ottenere il suo punto di vista.

Negli ultimi 25 anni circa, il nostro si è costruito una reputazione come ‘troubadour’ per i nostri tempi, andando continuamente in tournée ed esibendosi – alternando con la recitazione nei suoi giorni liberi – e, come risultato della costruzione di un catalogo di canzoni percettive e belle, è spesso indicato come il cantautore dei cantautori. Il suo ultimo album, “Gone”, non fa assolutamente nulla per cambiare tutto questo.

Grimm non aveva nemmeno pianificato di pubblicare un altro disco nel 2020-21, ma, come tanti altri artisti, con sale da concerto e teatri chiusi per tutta la durata della pandemia, ha preso carta e penna e ha documentato le sue riflessioni sul mondo, mentre osservava le devastazioni attorno a lui. “A Dream” utilizza archi e pianoforte ossessionanti per costruire magnificamente, nel modo quasi perfetto, l’apertura di un LP, prima di rotolare dolcemente verso la fine, questo sogno mantiene per tutto il tempo una visione ottimista del futuro … ‘Ho sognato che stavamo camminando su una collina nell’erba alta/fuori dall’oscurità e verso la luce’. La semplice chitarra e il banjo di “Carry Us Away” sono una struggente canzone d’amore, piena di angoscia e malinconia, prima del grande divertimento che è “Cadillac Hearse”, un divertente ‘road trip’, in stile un po’ come “A Boy Named Sue” di Johnny Cash, con ritmo e fraseggio simili. Questo racconta la storia di un carro funebre che funge anche da ambulanza in una missione da corsa per far nascere un bambino, che offre una sensazione della Carolina del Nord rurale nel 1964.

Una delle sue tracce più appassionate dedicate agli amici cantautori perduti (Eric Taylor, Michael Smith, David Olney, a cui si è ispirato e con cui si è esibito) è “Dreaming Of King Lear” che racconta di un profondo appagamento che il folk ha avuto in loro presenza e dell’agonia patita in loro assenza. Grimm rende ulteriore omaggio a Eric Taylor con una bellissima interpretazione della composizione dello stesso “Joseph Cross”, la storia di un nativo americano morente, con più di quel violino ossessionante, e ha anche chiesto alla vedova di Eric, Susan Lindfors, di cantare armonie sulla traccia. La title track sembra un’autentica canzone della pandemia, di come le cose siano cambiate per tutti in modo così drammatico a causa dell’impatto del virus.

Gli stretti legami familiari sono una caratteristica delle sue canzoni e, come nell’uscita del singolo autunnale, le abili armonie e la musicalità della moglie, Jan Lucas-Grimm, con i figli Jackson (banjo, chitarra e mandolino) e Connor (basso) si intrecciano delicatamente con i brani attraverso il lavoro in questione. Lo accompagnano anche gli amici James Gilmer (percussioni) e Marco Feccio (chitarra elettrica) e la vedova di Eric Taylor, Susan Lindfors. Tim ha il dono di essere commovente, intimo e solidamente onesto senza essere sdolcinato e troppo sentimentale. La musica country/folk al suo meglio è finita, ma non lasciarti ingannare dall’intimità della musica, perché ci sono viste ed emozioni intense a strati in esse!!!


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