10000 RUSSOS – ‘Superinertia’ cover albumIl trio portoghese 10 000 Russos è tornato, in un primo momento, con singolo e video “Super Inertia”, il primo brano eponimo estratto dal loro nuovo album, ”Superinertia”, uscito il 10 settembre tramite la Fuzz Club Records con sede a Londra. A seguito dell’LP “Kompromat” del 2019 e delle date del tour in tutto il Regno Unito, Europa e Messico a sostegno, la band di Porto descrive “Superinertia” come un disco che affronta lo ‘stato di inerzia che gli umani vivono oggigiorno in Occidente. Non è un disco sul passato o sul futuro. Si tratta di adesso’. A sostegno del nuovo album, i 10.000 Russos saranno in tournée nel Regno Unito e in Europa questo autunno.

Dal loro LP di debutto del 2013 e dai tre che sono seguiti su Fuzz Club da allora (l’omonimo del 2015, “Distress Distress” del 2017 e “Kompromat” del 2019), i 10.000 Russos sono stati una presenza formidabile nell’underground psichico europeo. Una forza live implacabile, hanno registrato centinaia di spettacoli dal vivo – ognuno lasciando una legione di nuovi fan nella propria scia – e sono stati supportati da media del calibro di The Quietus, Bandcamp Daily, BBC 6 Music, Clash Magazine, Drowned In Sound e di più. Con una nuova formazione al seguito e un’ampia evoluzione del suono, “Superinertia” promette di essere il loro disco migliore e più avventuroso fino ad oggi.

Cinque tracce per quaranta minuti di musica che permettono alla mente di viaggiare alla grande. L’introduzione è affidata a “Station Europa”, che fa riferimento ad un’ipotetica fine del continente europeo, si basa su ritmiche electro/kraute su cui hanno gioco facile il susseguirsi di note di chitarre psichedeliche accompagnate da strati di synth. Siamo alla prima stazione di un viaggio che prosegue con “Saw the Dump”, un pezzo che richiama situazioni care a Wooden Shjips e Moon Duo. Il singolo apripista, la traccia omonima, è dotato di un groove spaventoso che si cala tra sei corde sibilanti e synth cosmici, mentre “A House Full of Garbage” possiede un afflato pop ed è il brano in cui il cantato assume un ruolo significativo e non accessorio come nel resto del lavoro. Si tratta di un lento che si muove tra sei corde arpeggiate ed effetti elettronici.

Il momento essenziale arriva alla fine, grazie ai quindici minuti di “Mexicali/Calexico”. Introduzione fortemente d’atmosfera dai toni desertici (potrebbe ricordarvi il grande Ry Cooder), prosegue il percorso attraverso un synth-bass ripetitivo e una chitarra ossessiva (in termini positivi) per un finale esplosivo e selvaggio, a cui si aggiungono tastiere e persino un banjo.

La nuova fatica contiene tutti gli elementi che sono diventati sinonimo del suono della band e altro ancora, portandolo al livello successivo e alzando l’asticella quando non sapevi che potesse andare più in alto, con intricati dettagli aggiunti, specialmente nella chitarra riff, che fanno di questo disco qualcosa di speciale e degno di ripetuti ascolti!!!


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