THE STEEL WOODS: “All Of Your Stones” cover albumCon “All Of Your Stones” gli Steel Woods rendono omaggio a Jason ‘Rowdy’ Cope, chitarrista morto nel gennaio di quest’anno a soli 42 anni e cofondatore di una band che oggi prosegue con Wes Bayliss alla voce solista e alla chitarra, Tyler Powers alla chitarra, Johnny Stanton al basso e Isaac Senty alla batteria. Portabandiera di quello che qualcuno ha definito ‘Smart Southern Rock’, la band di Nashville attiva dal 2017 sa mischiare con efficacia il country al rock sudista ed elettrico di derivazione Lynyrd Skynyrd (con rimandi, secondo Rolling Stone, a Gregg Allman come a Lucinda Williams) e mostra di poter sopravvivere alla perdita di un elemento cruciale in un disco ispirato, vigoroso e a tratti commovente cui partecipano come ospiti Ashley Monroe e Jamey Johnson. Questo album era appena stato completato e i mix finiti inviati a Cope per l’approvazione.

Ciò infonde un ulteriore livello di riflessione a molte delle tracce, sei delle nove scritte o co-composte da Cope. Si va dalla dolorosamente bella ballad “You Never Came Home”, al dolce e malinconico “Ole Pal”, al blues paludoso di “Aiming for You” al propulsivo dondolio di argilla rossa tonante dell’apertura “Out of the Blue”. Quest’ultimo è uno dei momenti più emozionanti della band in quanto descrive Cope che alla fine ha battuto molti dei demoni concreti ed emotivi che lo affliggevano, cantato su un riff duro e tremante.

Non c’è dubbio sul debito che questi ragazzi pagano ai Lynyrd Skynyrd, sia musicalmente che vocalmente. Sebbene non ci siano sparatorie con la chitarra in stile “Free Bird”, la voce di Bayliss ricorda stranamente quella di Ronnie Van Zant e anche i suoi testi premurosi e da colletto blu colpiscono un nervo simile. La connessione è cementata con una cover di “I Need You”. La traccia di “Second Helping” viene resa con una lettura grezza ma rispettosa, commovente e blues di sette minuti e mezzo con l’assistenza vocale di Ashley Monroe. Il suo compromesso in duetto con Bayliss porta il gospel bruciante a una canzone già toccante. Anche le doppie chitarre principali che appaiono alla fine del brano sembrano fare riferimento al lavoro di Duane Allman e Dickie Betts, rendendo questo il fulcro fisico e filosofico del disco.

C’è una contrapposizione tra i brani acustici morbidi e sentiti come “Run on Ahead” e il rock più duro del successivo “Baby Slow Down”, uno dei crediti di autore solista di Cope. Il titolo cita le parole di ammonimento rivolte da sua madre poiché alcuni dei suoi demoni (aveva, non diagnosticato, un disturbo da stress post-traumatico) sembravano mettere in pericolo il suo futuro.

La traccia di chiusura porta un paese emotivo più aspro mentre Bayliss canta ‘Ho gettato le basi con la mia mente / Hai aiutato la sua creazione un pezzo alla volta … Ho costruito una casa con tutte le tue pietre’. È una sintesi perfetta di chitarre croccanti, testi sensibili e arrangiamenti alto / bassi che mostrano la crescita di questa band dal suo debutto nel 2017.

Il bruciante lavoro alla sei corde di Cope (ha suonato per nove anni nella band di Jamey Johnson ed è stato ingaggiato da molti altri) mancherà, così come la capacità di scrittura che rendono questo tributo finale così potente grazie al suo talento. Ma Bayliss è determinato a mantenere in vita i The Steel Woods come testimonianza del suo amico e compagno di band. Per fortuna questo significa che queste canzoni saranno condivise dal vivo, un ambiente in cui prospereranno!!!


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