DEL AMITRI: “Fatal Mistakes” cover albumMolte persone conoscono la band scozzese di lunga data Del Amitri solo per il loro singolo di grande successo “Roll to Me”, una canzone che scalò le classifiche americane e britanniche nel 1995. Tuttavia, quel successo arrivò circa 25 anni fa, mettendo in ombra il fatto che hanno venduto sei milioni di album nel corso della loro carriera. Sono passati quasi 20 anni dall’uscita dell’ultimo lavoro in studio della band, “Can You Do Me Good”. È un periodo di tempo considerevole in un business musicale volubile che celebra i cari attuali ma che elimina rapidamente quelli che sono venuti prima.

La sfida quindi per gli scozzesi è stata quella di reclamare le loro antiche glorie, per creare canzoni che corrispondessero alle melodie travolgenti e risonanti dei loro primi sforzi. Non è un compito semplice. Potrebbero sembrare che stiano provando troppo, una mossa che sicuramente alienerebbe alcuni fan. Con il minaccioso titolo del nuovo album, “Fatal Mistakes”, è chiaro che la band riconosce i rischi, ma va comunque avanti.

Fortunatamente, raccolgono la sfida e, sebbene non ci sia una singola traccia immediatamente orecchiabile come “Roll to Me”, molte si distinguono. L’apertura, opportunamente soprannominata “You Can’t Go Back”, è la più impressionante di tutte, una rampa di lancio assertiva che apre la strada alle offerte guidate e determinate che seguono. Tuttavia, non è tutto ottimista. “I’m So Scared of Dying” può vantare un vantaggio enfatico, ma allude a una paura e una vulnerabilità che è impossibile ignorare. “Lonely” allude allo stesso, mentre la solenne “Second Staircase” si presenta come una cupa ballata che chiude lo slancio precedente.

Sono trascorsi tanti anni dall’ultima volta che li ho ascoltati, ma devo dire che ho saputo apprezzare la proposta, pur avvertendo una mancanza di freschezza che però è più una prerogativa giovanile e loro non lo sono da tempo. Ci sono brani improntati sul piano quali la love-ballad “You Can’t go Back”, la socio-politica “All Hail Blind Love”. Si manifestano momenti di roots-rock come in “Musicians and Beer”, elettrica e potente. Un organo hammond contribuisce alla riuscita di “Otherwise” e si insinua nella country oriented “Missing Person, la quale si apprezza anche per un bel fingerpicking. C’è spazio persino per una sorprendente fisarmonica in “Mockingbird, Copy Me Now” pezzo dai tratti folk-rock.

In definitiva, quindi, “Fatal Mistakes” riflette una prospettiva da duello, che riconosce la difficoltà di mantenere un certo standard ma che è determinata a raggiungere nuovi obiettivi. Auguro loro le migliori fortune, sono stati un momento importante nel corso dei miei vent’anni!!!


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