Cover album THE JERRY GRANELLI TRIO- Plays The Music Of Vince Guaraldi & Mose AlisonNel corso di una carriera lunga sei decenni, il batterista Jerry Granelli ha lavorato con molti dei più grandi artisti del mondo del jazz e non solo. Su “The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison”, il nostro riprende il filo di due delle sue collaborazioni più significative, tra cui i memorabili speciali televisivi Peanuts.

Poco incline a soffermarsi sul passato, Granelli si è a lungo sottratto a progetti di tributo o a riproposizioni di glorie passate. Due fattori gli hanno fatto cambiare idea in questa particolare occasione: la gioia di addentrarsi in queste straordinarie composizioni con un’urgenza moderna scevra di nostalgia e due collaboratori che condividono entrambi il suo approccio: il pianista Jamie Saft e il bassista Bradley Christopher Jones. “Abbiamo tutti e tre fatto esperienza nel suonare tante cose diverse”, dice Jerry. “Amiamo il blues, a prescindere dal fatto di averlo sempre suonato, e amiamo le grandi canzoni – e queste sono davvero grandi canzoni. Non credo che il materiale diventi vecchio; quello che lo può rendere vecchio è il mero recupero di una versione stantia del passato. Siamo riusciti a portare una sensazione di freschezza in questa musica, e questo era fondamentale per me. Non abbiamo cercato di ricreare nulla”.

Il punto di partenza è rappresentato dalla fondazione di due compositori singolari: gli eleganti e lirici brani del pianista Vince Guaraldi, con il quale il batterista ha suonato per tre anni impegnati all’inizio della sua carriera – tra cui i memorabili speciali televisivi Peanuts; e quelli dell’eccentrico cantante/pianista Mose Allison, uno dei più grandi jazzisti bianchi americani, scomparso poco anni fa, che Granelli ha avuto il piacere di accompagnare per quasi 40 anni.

Negli ultimi anni Jerry ha iniziato a girare con il suo trio con uno spettacolo chiamato “Tales of A Charlie Brown Christmas” in Canada, dove vive fin dagli anni Novanta. Portare la prospettiva di un avanguardista in una musica così leggiadra è operazione insidiosa, perché non voleva imitare gli originali, né rendere troppo spinta sulla ricerca le composizioni. Questo problema ha portato a lunghi tempi di indecisione su come affrontare la materia. Poi è giunto alla conclusione che bisognava lasciar perdere sia il passato che il presente e concentrarsi solo sulla musica, ed ecco la condizione ideale per poter suonare sempre.

L’immortale “Christmas Time is Here” chiude quindi quasi inevitabilmente questo album, intriso di una tenerezza straziante che arriva in modo immediato e sul quale si estende un magmatico solo del contrabbasso di Jones. In mezzo tante declinazioni del blues, esplorate dall’ampio respiro del pianoforte di Saft , qui lontano anni luce della sua vena più sperimentale ed aggressiva, (ma sappiamo che l’uomo è abituato ad abitare tanti mondi diversi), dalla solida dinamicità del contrabbasso di Jones, e dal drumming sempre effervescente e poco ortodosso dell’ arzillo ottantenne Granelli. Si attraversa una “Parchman Farm” lanciata in traiettoria ‘straight ahead’, una muscolosa rilettura di “Baby Please Don’t Go” di Big Joe Williams, con il basso nodoso ed inquieto di Jones, per affidarsi subito dopo all’andamento indolente di   “Everybody’s Cryin’ Mercy“. Ed ancora, intervallate da due preludi improvvisati per basso e batteria, un’ intensa ballad come “Star song“, la grinta di una “Young Man Blues” in grado di competere con la cover di Pete Townsend e Roger Daltrey, e la destrutturazione di “Your Mind Is On Vacation” in chiave astratta.

Freschezza è la parola chiave di questo lavoro, ripresa in ogni nota del “The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison”, sia che sia stata scritta su spartiti decenni prima, sia che sia stata inventata sul momento, quando questi tre musicisti creativi si sono riuniti.


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