Cover album CHRISTIAN LEE HUTSON- “Beginners”“Beginners” è un album di Christian Lee Hutson, già co-autore di alcuni brani targati Boygenius e Better Oblivion Community Center. Dieci tracce in equilibrio tra folk, cantautorato, americana e soft-pop prodotte e suonate con l’aiuto degli amici Conor Oberst e Phoebe Bridgers, entrambi presenti nel videoclip del singolo “Get The Old Band Back Together”.

Insieme a Bridgers, Hutson ha portato a termine il nuovo disco al leggendario studio losangelino Sound City Studios, mantenendo però la qualità delle demo registrate con il cellulare. L’album scava nelle consistenze create dalla voce calda di Christian e dall’eleganza delle linee di chitarra, mostrando una brillantezza sonora ottenuta grazie all’aiuto di grandi musicisti, tra cui la stessa Bridgers e Walcott (che ha creato gli arrangiamenti per gli archi e ha suonato la tromba). Nell’album, il nostro incorpora in ogni testo un intimo dialogo personale, condividendo dolorose confessioni e battute private, conversazioni immaginarie ed elaborati sogni ad occhi aperti. Il lavoro mette in luce un songwriting sfumato e un candore sobrio che quasi cancella la distanza tra sentimento ed espressione. In questa raccolta di canzoni, ci racconta una verità illuminante sul rimpianto e sul perdono e sull’infinita confusione del crescere.

È sicuramente il suo lavoro più ambizioso, non foss’altro per l’etichetta che lo ha pubblicato, la Anti Records. Se d’altra parte ci doveva essere qualcuno con cui la talentuosissima Phoebe avrebbe potuto iniziare una carriera al desk, questi era Christian. I due si conoscono da tempo, condividono le stesse passioni e gli stessi gusti musicali, e hanno già scritto tre canzoni insieme, tutte finite nei side-projects della cantautrice losangelina.

Non poteva essere che un risultato discografico di folk puro, che Christopher colora di dolcezza e introspezione, con linee melodiche limpide e malinconiche che possono ricordare quelle del mai troppo rimpianto Elliott Smith (riferimento per entrambi i protagonisti) e, parzialmente, quelle di Sufjan Stevens e Oberst. I messaggi vocali citati in apertura sono stati lo strumento di trasmissione dei suoi bozzetti di canzoni, che la Bridgers ha scelto di mantenere estremamente spoglie, dando quella sensazione di intimità che è una delle carte vincenti di questo disco. Oltre a pezzi di per sé molto belli, come “Atheist”, “Talk”, “Unforgivable”, “Twin Soul” e “Get The Old Band Together”.

Un lavoro che si presenta alle nostre orecchie come un piccolo gioiello da parte di un autore rimasto, fino ad ora, troppo nell’ombra, ma che possiede le caratteristiche per farsi apprezzare da un nutrito numero di appassionati!!!


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