THE HANGING STARS – ‘Hollow Heart’ cover albumCon “Hollow Heart” gli Hanging Stars trascendono la loro meritata reputazione di maestri di un’accattivante fusione di beato folk psichedelico e country cosmico carico di armonia. Questo è il quarto album dal gruppo londinese; registrato ai Clashnarrow Studios di Edwyn Collins nel nord-est della Scozia; scala nuove vette artistiche, poiché evocano un disco più vario dal punto di vista sonoro, più contemporaneo e meno in soggezione per le proprie influenze.

Parallelamente ai loro tre acclamati lavori– “Over The Silvery Lake” (2016), “Songs For Somewhere Else” (2017) e “A New Kind Of Sky” (2020) – si sono costruiti una formidabile reputazione sia dal vivo che attraverso relazioni permanenti con colleghi della costa occidentale come GospelbeacH e Miranda Lee Richards, partecipanti e istigatori di avvenimenti memorabili.

“Hollow Heart” però è un album di primati. Il loro primo registrato su una scala temporale specifica in un luogo definito, il loro primo a favorire il suono tanto quanto la canzone, il loro primo creato in circostanze nuove e il loro primo disco per la leggendaria Loose Music. Gli eventi hanno dettato che il percorso effettivo per questo sforzo non sarebbe stato come previsto, ma non erano impreparati al risultato finale che stiamo ascoltando. È diventata semplicemente una questione di cogliere il tempo: ‘Stiamo scrivendo costantemente canzoni, avevamo già lavorato su alcune cose, perché non prendiamo questo ora e lo facciamo!’.

‘Riprendere questa cosa’ significava ‘andare in Scozia’. C’era un invito aperto a registrare nello studio di Edwyn, una volta che gli spettacoli dal vivo erano stati esclusi a tempo indeterminato, si sono rivolti all’ambizione di andare lì il prima possibile. La demo online durante la tarda primavera e l’inizio dell’estate del 2020 ha permesso loro un’idea di quali sarebbero state le tracce; la loro forma, e quella dell’avventura, presero rapidamente forma.

Loro – il cantante e chitarrista Richard Olson, il bassista Sam Ferman, il batterista Paulie Cobra, le chitarre e le tastiere di Patrick Ralla e il pedal steeler Joe Harvey-Whyte – insieme al produttore Sean Read (Soulsavers, Dexys) – si sono presto imbarcati per il viaggio di due giorni in direzione Helmsdale, l’unico studio adagiato su una scogliera a picco sul Mare del Nord, alla stessa latitudine di Göteborg, e con l’odore della Scandinavia nell’aria.

È impossibile enfatizzare troppo il suono di “Hollow Heart”; e come le canzoni cambiano ed evolvono continuamente, ma in un modo così misurato e così paziente che sembra accadere organicamente. Avevano riconosciuto i guadagni da ottenere remando indietro sull’intensità; ‘Avevamo spesso quella caratteristica della band londinese, di sporgersi in avanti; ora ci stavamo appoggiando indietro’.

L’eccitazione fuoriesce dalla band in attesa dell’accoglienza di “Hollow Heart”; ‘Non voglio essere famoso, ma voglio che la nostra musica sia famosa. Voglio che le nostre canzoni sfondino, mi piace la musica pop, le cose che ti restano nella testa, che ti fanno venire la pelle d’oca. È divertente, positivo, ottimista, sentirsi contemporanei, validi adesso. Sembra che sia una band diversa ed è la prima volta!’; e hanno capito bene. Gli arrangiamenti vocali stupiscono e l’ampiezza dell’esplorazione strumentale ispira stupore. ‘Le Stelle Sospese’ brillano semplicemente più luminose che mai; come con “Hollow Heart”, hanno colto con sicurezza l’opportunità di dare vita a un disco che crea il proprio mondo e tempo e insiste per essere ascoltato!!!


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