THE BETHS – ‘Expert In A Dying Field’ cover albumGli amici intimi e gli amanti hanno il privilegio di condividere un linguaggio esclusivo. E mentre la gioia di conoscere un altro così acutamente sembra impareggiabile, il rischio di perdita è ancora più alto: se la relazione amorosa svanisce o l’amicizia termina, non solo un’alleanza viene rotta, ma anche un intero impero va in frantumi con essa. Ma come un antropologo specializzato in una lingua morta o in una civiltà estinta da tempo, le parti dell’ex relazione possono rimanere fluenti in quella lingua condivisa, semplicemente non hanno nessuno con cui parlarne. Elizabeth Stokes dei Beth introduce la metafora perfetta di questa tragedia nella prima traccia dell’ultimo LP della band: ‘L’amore si impara nel tempo / finché non sei un esperto in un campo morente’.

Stokes trascorre il resto dell’elettrizzante terzo LP in studio della band, intitolato “Expert in a Dying Field”, spiegando esattamente come ci si sente quando sei quell’esperto solitario, e più specificamente quale stato d’animo prevale a superare uno scenario del genere nell’anno 2022, tutto mentre sfornano le melodie pop-rock orecchiabili per cui i Beths sono diventati famosi dall’uscita del loro debutto nel 2018, “Future Me Hates Me”.

Nei quattro anni trascorsi dall’esordio, il gruppo, con sede in Nuova Zelanda (che comprende Stokes, il chitarrista Jonathan Pearce, il bassista Benjamin Sinclair e il batterista Tristan Deck), si è affermato come una delle rock band più coerenti lavorando con la loro imbattibile formula di chitarra pop e indie ansioso. “Dying Field…” mantiene la rotta dal punto di vista sonoro, riprendendo da dove le chitarre croccanti e la voce fresca di “Jump Rope Gazers” del 2020 si erano fermate, ma c’è una rinnovata energia che aveva vacillato leggermente nella loro offerta di due anni fa. Mentre Elizabeth si è dimostrata un paroliere perspicace sin dal primo giorno, il presente rilascio contiene alcune delle sue battute più acute.

Il singolo “Silence Is Golden” è uno straordinario pezzo, insieme alla title track, e fornisce uno dei ritornelli più memorabili della musica rock di quest’anno: dopo aver lamentato i rumori ‘sofferentemente forti’ che si avvicinano alla vita moderna di tutti i giorni, la nostra ripete ‘il suono’ su e ancora prima di aggiungere: ‘Io brucerei la città al suolo per rifiutarla’. Il suo talento per i giochi di parole brilla di nuovo nell’eccellente “Your Side”, dove la cantante ammette di ‘mescolare bevande e messaggi’. E più tardi, nella lettera d’amore della formazione all’indie degli anni ’90, “When You Know You Know” – che prende spunto da “You Get What You Give” dei New Radicals – ‘non ha mai visto un cuore in condizioni peggiori / blocca tutto le mie speranze al puntaspilli sbagliato’.

Il quartetto trascorre gran parte del resto della raccolta correndo al ritmo frettoloso che definisce le loro migliori canzoni (“Little Death”, “I’m Not Getting Excited”). “I Want to Listen” emette una sbarazzina degna di una traccia di Belle & Sebastian, mentre il gruppo si cimenta con l’alt-rock in stile Built to Spill sulla squallida “Best Left”. Il batterista Deck è la guida entusiasta di un trio di fragorose canzoni legate al clima (“Head in the Clouds”, “A Passing Rain” e “Change in the Weather”): “Clouds” è una bruciatura, sia dal punto di vista musicale che dei testi (‘La tua testa è tra le nuvole / Ma la tua anima è nella terra’), mentre “Weather” e “Rain” sono leggermente più sommesse e schive.

I neozelandesi sono responsabili di alcune delle migliori melodie rock dell’ultimo mezzo decennio e “Dying Field…” è solo un’altra tappa ‘dell’earworm express’. Con i loro primi due LP, hanno dimostrato di essere testimoni consapevoli delle loro stesse storie e dei loro ‘crepacuori’. Con il terzo, invece, si consolidano come esperti osservatori della gioia e dell’ansia che definiscono il nostro tempo!!!


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