La causa scatenante la mia voglia di raccontarvi dei Tv Personalities è dovuta all’uscita in vinile delle ristampe marchiate Fire Records dei loro primi quattro album, in occasione dello scorso Record Store Day. Il loro stile coniuga il Post Punk con il Sixties Sound e la psichedelia, e seppero darne una versione originale molto lo-fi per cui nessuno, o pochissimi, se li è mai filati. Sono stati molto influenti per i gruppi a venire, sia per quelli che possiamo far rientrare nel movimento C86, sia per gruppi più legati al lo-fi tipo i Pavement. Si formarono nel 1977 ed esordirono l’anno seguente con il singolo (uno dei must dell’epoca) ‘Where’s Billy Grundy Now’ con l’inno ‘Part-time Punks’. Arrivarono a pubblicare il primo disco solo nel 1981 con il Synth-Pop ormai imperante, con ‘And Don’t The Kids Just love It’, la cui miscela sonora era ormai completamente fuori moda. Il loro leader, Dan Tracey, era capace di scrivere canzoni in cui luci e tenebre si sovrappongono piene di cuori infranti, in cui ragazze sono in grado di far perdere la ragione con un solo sorriso. L’album riuniva quattordici pezzi il cui modello erano i primi Jam (‘This Angry Love’ e ‘Parties In Chealsea’), con punti più sixties (‘Silly Girl’ e ‘Diary Of A young Man) ed altri più tipicamente psichedelici (‘Glittering Prize’ e ‘ A Family Affair’), un disco che non ha perduto né in qualità né in freschezza. Nell’82 fu la volta del secondo album ‘Mummy Your Not Watching Me’, non c’erano grandi cambiamenti rispetto al precedente, attacchi mod punk (‘Adventure Playground’ e ‘Painting By Numbers’) si alternavano a ballate (la canzone omonima e ‘When The Rainbow Ends’), ma gli arrangiamenti erano più complessi andando perciò ad oscurare l’immediatezza pop. Nello stesso anno pubblicarono ‘They Could Have Been Bigger Than Beatles’, raccolta di outtakes, singoli e rielaborazioni di pezzi usciti nei dischi precedenti per celebrare in modo ironico il primo scioglimento. Da ricordare due cover dei Creation (‘Painter Man’ e ‘Making Time’), ‘The Boy In The Paisley Shirt’, debitrice dei Clash ed altre ottime cose come ‘In A Perfumed Garden’ ‘King And Country’. Nonostante si possa parlare di compilation, è il disco migliore del primo trittico.
Tracey rimise insieme la band, che peraltro era composta da accompagnatori, non una vera e propria nuova formazione, per pubblicare nel 1984 ‘The Painted Word’, capolavoro di un’intera carriera. I sixties e la psichedelia diventarono il cardine su cui costruire pezzi di una profonda interiorità che potessero esorcizzare i demoni che albergavano nella mente e nel cuore di Dan. Gli arrangiamenti erano costruiti più sul piano che sulla chitarra con l’aggiunta della batteria elettronica, stupende ballate dal retrogusto velvetiano (‘Stop And Smell The Roses’ ‘Paradise Estate’), stupefacenti aperture psichedeliche (la magnifica ‘Painted Word’) fino alla lunga ed emozionale ‘Back In Vietnam’ tra Velvet e minimalismo Kraut. Un disco formidabile, difficilmente accostabile a qualsiasi altro del periodo.
Riassumendo, un salutare e gradevole tuffo in un passato mai troppo frequentato.

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