TAJ MAHAL – ‘Savoy’ cover albumTaj Mahal è una vera leggenda della musica americana, intreccia il suo immenso talento tra blues e jazz come fa in questo album, “Savoy”, mescolando influenze retrò e contemporanee per creare un’ambientazione sonora che potrebbe facilmente reggersi da sola come colonna sonora per un film o una serie televisiva.

Prendendo una nuova direzione nel suo viaggio musicale, Taj esplora le classiche canzoni americane con l’aiuto di un gruppo di musicisti e del suo amico di lunga data e acclamato produttore discografico John Simon, che ha prodotto album per The Band, Leonard Cohen, Gordon Lightfoot e Blood Sweat & Tears, tra gli altri. “Savoy” è il culmine di una collaborazione musicale che avevano pianificato per decenni, unendosi finalmente nell’agosto 2022 per creare questo disco, che è uscito il 28 aprile.

Registrato con alcuni dei musicisti più importanti di San Francisco, il lavoro richiama i suoni swing dell’era jazz delle big band, intitolato così in omaggio alla Savoy Ballroom di Harlem, dove musica composta da artisti come Duke Ellington, Louis Jordan, George Gershwin e Louis Armstrong è stato interpretato da un ‘who’s who’ di artisti iconici. Taj Mahal riporta in vita questa musica con il suo stile e la sua interpretazione unici.

È una vera impresa riuscire a riportare gli ascoltatori a quell’epoca con brani non proprio attuali, ma il presente rilascio ci riesce, con un’attenzione impressionante agli arrangiamenti musicali. Dopo ripetuti ascolti, si possono scoprire vere gemme all’interno dell’album.

Non sorprende che questo lavoro ben realizzato sia stato considerato un ‘essenziale’ dagli editori di Bayou Blue Radio e Paris-Move, con il capo redattore che si rifiuta di essere disturbato mentre lo ascolta, sdraiato sulla sua poltrona con un bicchiere di whisky in mano.

I brani scelti per la raccolta sono quattordici, tutti, o quasi tutti, molto noti. Il nostro è accompagnato da valenti musicisti quali Danny Caron alla chitarra, Ruth Davies al basso, John Simon al piano e Leon Joyce Jr. alla batteria. Le voci che arricchiscono il sottofondo sono per gentile concessione di Carla Holbrook, Leesa Humphrey e Charlotte McKinnon.

L’apertura è affidata a “Stomping at Savoy” e qui Taj gioca in casa perché il Savoy è un locale di Harlem dove l’anziano musicista è cresciuto e, a differenza del Cotton Club, qui potevano entrare sia bianchi che neri per dare sfogo all’amore per il ballo (era noto anche come The House of Happy Feet). Si prosegue con una interpretazione di “Summertime” molto intrigante e poi “Mood Indigo”, una gemma da Duke Ellington.

I brani che hanno fatto breccia con più incisività nel sottoscritto sono però quelli meno noti. La splendida ballata “Gee Baby Ain’t Good to You” che, grazie al piano e ai fiati, ben si adattano alla vocalità del nostro. Deliziosa “Do Nothing Till You Hear From Me” con uno stimolante solo di chitarra. Mi emoziona pure “Baby It’s Cold Outside” in cui c’è la presenza di Maria Muldaur.

In conclusione un’ottima selezione di brani dal passato a cui forse manca una certa personalizzazione. Forse lo scat non è il terreno ideale per Mahal, ma sono certo che piacerà a molti ascoltatori attempati per aver riportato in luce composizioni stupende!!!


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