STR4TA- “Aspects” cover albumGli STR4TA, progetto jazz ispirato alla scena Brit-funk dei primi anni ’80, pubblicano l’album d’esordio “Aspects” per Brownswood Recordings. Il nuovo disco dei nostri è stato ideato, realizzato e prodotto da Gilles Peterson e Jean-Paul ‘Bluey’ Maunick degli Incognito, aiutati da musicisti del calibro di Francis Hylton (Incognito) al basso e Matt Cooper (Incognito, D Note e molti altri) alla batteria e tastiere.

Gli STR4TA si ispirano all’immortale sound degli Incognito e alle dinamiche jazz e funk di Freeez e Atmosfear. Durante l’ultimo anno ascoltando gli show di Colin Curtis o Gilles Peterson per Worldwide FM vi sarete chiesti chi ci fosse dietro alle splendide perle jazz-funk old school realizzate dagli STR4TA. Il segreto è svelato, dietro al progetto ci sono i Deus ex-machina Gilles Peterson e Jean-Paul ‘Bluey’ Maunick degli Incognito.

Con l’uscita del secondo singolo “Rhythm In Your Mind”, la Brownswood ha annunciato anche l’uscita dell’album di debutto “Aspects”, arrivato nelle nostre mani il 26 marzo. L’esordio del duo si ispira a band come Incognito, Light of The World, e Freeez (progetti in cui ha suonato Maunick), ma anche ad Atmosfear, Hi-Tension e Linx. Alle registrazioni del disco hanno preso parte Francis Hylton al basso e Matt Cooper alle tastiere e batteria. La copertina del disco è stata curata da Robert Gallagher, storica voce dei Galliano.

L’apertura, la title track, dà il via all’album con una dichiarazione d’intenti. Synth che girano intorno a una carica di conga da corsa, ma in realtà si tratta di quel jazz-funk, Brit-funk, bass-line e il suono della batteria – mezzo inched come è dalla classica jam warehouse party di Atmosfear, “Dancing In Outer Space”. Sonicamente parlando questo è un viaggio lungo la corsia della memoria. L’unica cosa da rilevare è che è stata composta ieri – e non 30 anni fa – e che confeziona una produzione così potente, quasi da pugno nello stomaco.

Nonostante sia stata fatta da un paio di vecchi biancocriniti, l’energia del disco è irresistibile. Canta di gioventù. Per me ciò significa ragazzi bianchi, suburbani e larghi nelle enoteche di Sutton ed Epsom, Bromley e Streatham. The Stoned Crow, Croydon’s Scamps, Dartford’s Flicks e “disco pubs” in The Old Kent Road. Bande multirazziali di adolescenti della classe operaia. Non in cerca di guai, ma capaci, comunque, di trovarli.

Le chiavi sono elettriche. Accordi di chitarra, ritagliati. I bassi sono tuoni con il pollice. Le voci sono armonie strette e scat influenzato dalla rima brasiliana. Ritmi latini, timbales che cadono. Sublime, sereno, gli assoli sono immersi nel ritardo. Fanfare di fiati ammassati, costruzioni in ottone, boogie e pompare positività. Stare insieme. Avanti! Lasciamo stare la presentazione dei titoli contenuti nel lavoro, questo è un lavoro da ‘state of mind’, bisogna immedesimarsi nel periodo a cui si riferisce e goderne assieme a tutti i risvolti socioculturali e di costume. Lasciatevi trasportare dal semplice godimento, questo disco strizza chiaramente l’occhio al dancefloor, ma con il gusto retrò di quella stagione mitica per la black music targata UK, dalla quale scaturirono la scena acid jazz e una serie di band dance funk!!!


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