STEVEN WILSON: “The Future Bites” cover albumGli anni in cui Steven Wilson era un affare per pochi sono passati da tempo, ora la sua figura ha un riconoscimento internazionale che, conoscendo il soggetto, quanto di più lontano ci possa essere dall’idea di rockstar, non lo rende certo felice. Da alcuni anni è diventato un’icona del ‘prog’ che gli ha permesso di raccogliere una nuova fila di ammiratori. Ma le sue traiettorie sono sempre imprevedibili, e la nomea di ‘progghettaro’ forse non è il miglior biglietto da visita per una platea più vasta e scintillante. Già dal precedente “To The Bone” molta gente aveva cominciato a storcere il naso per il cambio di rotta, le sonorità spiccatamente pop e i ritornelli alla ABBA di “Permanating” avevano provocato non poca indignazione.

L’uscita di “The Future Bites”, il sesto album di Steven Wilson è stata posticipata a causa di problematiche legate all’emergenza Coronavirus. Inizialmente previsto per il 12 giugno 2020, ha visto la pubblicazione lo scorso 29 gennaio. L’album affronta le principali problematiche del mondo contemporaneo, come il dominio della tecnologia, il peso dei social network, la progressiva perdita di identità e l’affermazione di sé attraverso il consumo più sfrenato. Wilson nel corso degli anni ha dimostrato di saper portare avanti un discorso musicale e concettuale mai banale, basti pensare al magnifico “Hand. Cannot. Erase.” di qualche anno fa, o all’ormai antologico “Fear of a Blank Planet”, realizzato con i Porcupine Tree nel lontano 2007.

Ci si muove in una direzione più pop-rock, ma non crediate di trovare dei potenziali singoli tra le tracce proposte. Wilson offre pezzi meravigliosamente e perfettamente realizzati che ti costringono a pensare pur rimanendo accessibile. Queste canzoni sono sia divertenti che stimolanti, non lontane da una combinazione di Godley e Creme, Genesis, Pink Floyd e … nomina qui la tua band rock spaziale degli anni ’80 preferita. Il funk lento e trasudante di “Eminent Sleaze” attraversa il finale di Peter Gabriel attraverso la sensibilità pop di ELO e gli hook melodiosi dei Pink Floyd. È un viaggio da capogiro su un personaggio ombroso che afferma con orgoglio ‘Un lampo dei miei denti e tu consegni le chiavi della tua macchina / Un movimento del mio polso e … e io seduco tua sorella’, il tutto in meno di quattro minuti. L’agghiacciante “Man of the People” sembra aver previsto il recente attacco al Congresso.

Il fulcro del disco è “Personal Shopper”, un devastante trattato di nove minuti sul consumismo in cui canta ‘Compra la merda che non sapevi ti mancasse’, su un palpitante ritmo percussivo che diventa più intenso man mano che la canzone procede.

Nonostante il suo argomento oscuro e cauto, “The Future Bites” è il set più potente e commercialmente attraente di Steven Wilson fino ad oggi. Splendidamente prodotto – è uno dei primi album in studio di nuovo materiale mixato in Dolby Atmos surround – questo è il suono irto di Wilson che dà un morso al futuro del prog-rock!!!


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