SPRINGTIME – ‘Springtime’  cover album“Springtime” è l’omonimo esordio discografico del power trio formato dal cantante e chitarrista Gareth Liddiard (Tropical Fuck Storm, Drones), dal batterista Jim White (Dirty Three) e dal pianista Chris Abrahams (The Necks), pubblicato il 5 novembre via Joyful Noise.

Presentato dalla label come «mostruosamente affascinante quanto goffo nella sua eleganza», il lavoro contiene sei brani inediti, due dei quali sono stati scritti in collaborazione con lo zio di Liddiard, il famoso poeta Ian Duhig, oltre a una cover di “West Palm Beach” di Will Oldham. Ad anticiparlo, l’oscura e meditabonda “Will to Power”, traccia che scivola tra rivoli gotici, schizofrenie linguistiche e jazz noir.

Liddiard, Abrahams e White hanno suonato i loro primi spettacoli insieme a maggio al Brunswick Ballroom di Melbourne. Fino ad ora, l’unica prova dell’identità sonora del trio era una registrazione dal vivo di “Penumbra” disponibile su Bandcamp. Sebbene registrato durante la nascita della band, “Penumbra” è stato all’altezza della promessa della formazione di combinare ‘free-jazz, lirismo, improvvisazione, avanguardia e rumore sperimentale’.

Sulla carta non era facilmente ipotizzabile che i tre potessero raggiungere un esito plausibile, invece il risultato sembra essere perfettamente assemblato. Se dovessimo fare un paragone con i Tropical Fuck Storm dovremmo dire che gli Springtime sono sicuramenti accostabili ad una certa forma di classicità musicale, non ci sono quelle contorsioni sonore a cui i TFS ci hanno abituato, le sonorità sono meno wave e maggiormente rock, blues e desertiche, ma nel modo in cui solo gli australiani sanno dipingerle e cucinarle.

Siamo di fronte a canzoni fatte e finite, non ad improvvisazioni, presenti, ma in forma di assoli, tappeti sonori e basi variabili tra psichedelia e blues.

La traccia di apertura, “Will To Power”, richiama il lavoro di Gareth con i Drones, ma anche altri gruppi ‘aussie’ come i Died Pretty. La successiva ballata “The Viaduct Love Suicide” è elegante, malinconica, elegiaca, mentre “Jeanie in a Bottle”, in cui appare alla voce la compagna di Liddiard, Fiona Kitschin, è un blues in grado di lacerarci l’anima come solo i primi Bad Seeds sapevano fare. Più si avanza nell’ascolto maggiore è la possibilità di trovare legami con il passato musicale dell’Australia; “She Moved Through the Fair” possiede quella delicatezza che costituiva la cifra stilistica dei Triffids prima maniera, “The Island” è acida e qui mi sovvengono i Crime & The City Solution, mentre “West Palm Beach” è una cover di Will Oldham, registrata dal vivo, che si inserisce perfettamente nel contesto di questo disco.

Ad un certo momento si incontra “The Killing of the Village”, brano lungo dalla connotazione psichedelica che è un po’ il pezzo che riassume tutto ciò che abbiamo ascoltato fino ad ora, con qualche spruzzata di Doors.

Forse lo si può considerare un lavoro solista di Gareth Liddiard in quanto gli altri due, pur sublimi, lo assecondano in tutto e per tutto. Personale, nostalgico e poetico, una raccolta perfetta per la stagione autunnale, momento perfetto per l’ascolto di musica!!!


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