SOCIETE ETRANGE – ‘Chance’ cover albumSebbene affermati da tempo nella scena post punk/elettronica di Lione, i Societe Etrange sembrano destinati a estendere la loro lunghezza d’onda con un nuovo album pulsante “Chance”. Nata dalla collaborazione di Antoine Bellini (elettronica) e Romain Hervault (basso), la musica di Societe Etrange oscilla da oltre dieci anni all’interno del gruppo di collettivi e creativi della loro città. Il loro precedente LP, “Au Revoir”, è uscito nel lontano 2015 incentrato sul motorik e sul minimal con sfumature di Alan Vega/Martin Rev, ma ora il nuovo rilascio sembra destinato ad alzare la posta. Con il percussionista e musicista elettronico Jonathan Grandcollot che si unisce al gruppo, il suono della band non ha perso nulla del proprio feroce lato indipendente, ma ha solo guadagnato possibilità più dinamiche.

È un disco che dipende meno dal mesmerico ma più dall’impennata post rock, dai ritmi spinosi post punk e dalla potente risacca dell’elettronica dub per spingere le sei tracce in un immaginario hinterland industriale. L’ingresso all’altro mondo di Societe Etrange avviene tramite “La Rue Principale De Grandrif”, un’arteria animata da linee di basso ombrose, ritmiche sferraglianti e una codifica minima della chitarra. La traccia trasuda atmosfera mentre discende attraverso alcune elettroniche cavernose prima di riposarsi in un posto più oscuro. Da allora le cinque componenti strumentali che si combinano per far sì che “Chance” si svolga con un senso di scopo e coerenza che eleva il suono del trio oltre ogni anonimo tentacolare.

Prendi “Nute” come ottimo esempio. Risolutamente costruiti attorno a una melodia di synth in attesa con sensibilità Kraftwerk e agili percussioni non rock, i nostri dimostrano di avere una comprensione intuitiva del potere della ripetizione. Possono prendere un tema, estenderlo, allungarlo quindi distorcerlo e scollegarlo, prima di tornare al punto di partenza per la spinta finale. Vuoi una prova, quindi controlla il cambio di chiave prolungato del pezzo nella sezione centrale, tutti i vortici e i tonfi dub, prima che risalga al gancio principale – roba che attira la folla.

Poi c’è lo spigoloso urban-noir “New New York” che si aggira furtivamente tra i sussulti di accordi di synth riverberanti e cinetiche di batteria. Inquietante come la musica del paesaggio urbano di Martin Rev, la band guida senza paura la traccia sottoterra con una prolungata discesa attraverso i substrati dub. Audace e incredibilmente efficace, mostra un senso del dettaglio con i suoi tamburi abilmente posizionati e gli strilli di flauto, che ricordano This Heat nella loro forma più forense.

L’elemento ritmico di “Chance” dà molto più di un contributo che fornisce un ritmo. La batteria di Grandcollot aggiunge colore e interesse, luci e ombre, atmosfera e ancoraggio. Pensa alla scuola di kit-work di Jacki Liebezeit/Charles Hayward o a un parallelo contemporaneo nel lavoro di Valetina Magaletti con Vanishing Twin e Holy Tongue. Questa versatilità è fondamentale per la sensuale “A L’interieur Au Numero 97”, dove una samba rilassata nasconde un intreccio musicale ingannevolmente complesso.

La melodia di chiusura, “Futur”, fa certamente pressioni a favore di quella proposta con un ritmo e una spinta immacolati. Chiamalo inno, chiamalo ‘banger’, chiamalo come preferisci, questa è musica che ha un gioioso sollevamento dal momento in cui il basso highlife evoca quelle armoniche, fino al suono del tamburo tumultuoso. La traccia si pone anche come una coda appropriata per un disco che, nonostante tutta la sua energia e astrazione, si estende e si connette. Per Societe Etrange aver ottenuto questo risultato su “Chance” non è, nonostante il titolo del record, fortunato. È la conseguenza di una chimica naturale, di un’esperienza condivisa e di un giudizio musicale ispirato!!!


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