MATTIEL – ‘Georgia Gothic’ cover albumIl terzo album del duo di Atlanta Mattiel è plasmato dai viaggi. “Georgia Gothic” trasporta l’ascoltatore in un paesaggio oscuro, guidando lungo un’autostrada americana senza una destinazione distintiva se non un immateriale senso di libertà.

Realizzato nell’isolamento di una capanna nel bosco, il disco prospera in un mondo di istantanee da sogno. Aprendo con lo scintillante e leggero “Jeff Goldblum”, la raccolta ti fa immediatamente sprofondare negli ampi e morbidi paesaggi onirici di Mattiel, il tutto prima di lanciarti nel mondo degli spaghetti western di “On The Run”. Questo senso di costruzione di un mondo perno e sognante ti tiene all’erta, eppure ogni traccia si fonde con la successiva senza soluzione di continuità.

In “Mattiel” e “Satis Factory”, Mattiel Brown e Jonah Swilley hanno affrontato il loro processo creativo come due menti separate, ma “Georgia Gothic” vede il duo esplorare com’è essere un’unica entità. Di conseguenza, le canzoni non sono solo coese e sperimentali, ma espansive nei loro riferimenti. Il DNA musicale del duo è radicato nel rock and roll degli anni ’60 con un tocco del sud, ma si avventurano nel territorio più folk con “On The Run”, nel blues da cortile in “Wheels Fall Off” e nell’elegante indie che ricorda Haim e The Kills con il singolo principale “Jeff Goldblum”. C’è anche un impettito colloquiale nella voce di Brown in “Subterranean Shut-In Blues” che riecheggia i toni decisamente enigmatici di Mark Lanegan, e rivelano una band che è pronta a provare nuove tecniche.

Forse come un cenno al modo in cui sono state create le canzoni, molti dei testi parlano di acquisire una nuova prospettiva sul mondo; per trovare un nuovo significato nel mondano. Brown, a volte, porta un senso di disinvoltura furtiva che cresce in risalto man mano che l’album va avanti, e si potrebbe dire che questo nuovo spirito è il risultato di scuotere il modo in cui il duo aveva precedentemente lavorato insieme.

La costruzione del mondo di Mattiel brilla davvero su alcune di quelle tracce più oscure e più country. ‘Wheels Fall Off’ è una delizia pessimista, gocciolante di un fascino innegabilmente cool e di un flusso acuto. La padronanza di questi brani da parte di Brown è ipnotizzante, ricorda molto la voce estasiante di Siouxsie Sioux. Brani come “Subterranean Shut-in Blues” e “Cultural Criminal” mettono ulteriormente in risalto quelle splendide voci, con il loro tocco blues che fa emergere un lato più oscuro del suono della nostra.

Forse la traccia più agghiacciante è “Blood In The Yolk”, un pezzo che è assolutamente ricco di personalità. Trasuda cinema, immergendoti nella storia e denso di atmosfera. Il brano non cerca di essere troppo complesso, o troppo stratificato, ed è proprio qui che brilla Mattiel: ogni scelta è nitida e mirata, includendo solo ciò che è necessario.

Dall’altro lato sonoro, “Lighthouse” è una scintillante esplosione di euforia. Concedendo leggermente più strati rispetto ad altre composizioni, questa canzone è una delizia di strumentali frizzanti e leggeri e una forte raffica di trombone.

Quando “Georgia Gothic” volge al termine, sei stato portato a un punto di redenzione provocatorio e fiducioso che trasuda semplicemente quella sensazione di spensieratezza che provi quando hai i finestrini abbassati e la radio al massimo!!!


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