Siete di quelli che canticchiano sotto la doccia o quando vi fate la barba? Dopo le abluzioni mattutine vocalizzate in free form quello che capita? No? Niente paura, vi fornisco io materiale interessante di mia figlia che a due anni vocalizzava due cellule melodiche, una in ascesa (“to liiii”), l’altra alternante, prima in ascesa poi discendente ( “dindini” “dondoni”). Bene, quando avete raccolto il materiale in questione dovete: 1) trovare un cantante con la voce da bambina deficente di qualche cartone animato giapponese, 2) disseminare nel contesto trilli, carillion, glich, qualche “ih” “oh” di contorno, 3) chiamare qualche direttore d’orchestra residuato Rai, Pino Calvi e Tony di Vita vanno benissimo, per fare un fondino di archi con qualche nota di piano qua e là, 4) anche se giustamente li considerate dei mediocri comprate l’ultimo disco dei Godspeed You Black Emperor e imitatene fino allo sfinimento le progressioni, il vecchio giochino del lirico che trasmuta in titanico fa sempre effetto, 5) al culmine del virtuosismo potete provare incastri vocali, se avete in casa dei vecchi vinili dei Cocteau Twins potete ispirarvi a quelli, 6) ci starebbero pure bene un paio di canzoni più convenzionali, usate gli stessi criteri, un bel giro di chitarra di quelli che servono per provare lo strumento andrà benissimo, se avete dubbi prendete quelli dei Giardini di Mirò o dei Gatto Cilegia, non si offenderanno, sono sempre gli stessi, 7) non dimenticate l’aria impregnata di profonda e dolce malinconia con relativo packaging extralusso. Come dite? ci hanno già pensato? Chi? I Sigur Ros? Ma cosa dite, “Takk” è un capolavoro, una nuova frontiera dello spirito, il sol dell’ avvenire. Come no. Immergiamoci tutti nella ninna nanna che ci cullerà nel tramonto dell’occidente, adamantina sintesi di questi tempi di pensiero debole e di minimalismo casalingo. Un capolavoro. ma certo, uno dei tanti usciti negli ultimi dieci giorni… che tempo musicale meraviglioso viviamo…
Ombre. Suggestioni. E chi lo nega. Adesso è notte. Sono in servizio. L’ho ascoltato un’altra volta in macchina alcune ore fa’. Leggera nebbia avvolgeva la campagna attorno alla provinciale. Pensavo agli affari miei. Una colonna sonora perfetta. Un nulla su cui stagliare i miei pensieri. Sono io che sono imperfetto e penso che la musica non debba servire a nulla, nemmeno a fare da colonna sonora ai cazzi miei, la musica che occupa tutto il tuo spazio cognitivo, che ti esalta o ti deprime, ti prende e per un minuto o un’ora è tutto ciò che sai e che pensi. Sangue, sudore, lacrime. Non si può ascoltare un capolavoro e leggere la gazzetta dello sport, è per questo che non si possono ascoltare solo capolavori, perché è stancante, è un impegno intellettuale, una sfida concettuale. Ma certo, “Takk” è un capolavoro, stiamo però ben attenti a leggere la Gazzetta dello sport quando lo ascoltiamo. Suggestioni. Incantamento. Ricordo una sera al mare, verso mattina, un secolo fa’, un’ora nella spiaggia vuota a cullare me stesso nello sciabordio della risacca. Stavo ascoltando un capolavoro e non lo sapevo. Poi venne mattina e con essa il tramestio dell’ingegno umano. Una sera come questa, dove può capitare di pensare che “Takk” è una scatola vuota, che i Radiohead sono alla frutta, i Coldplay all’ammazzacaffè, i Muse hanno deciso che la vita è breve, il mondo cinico e baro e che è meglio spassarsela con soldi e donne, i Mercury Rev un’offesa all’ intelligenza e che in fondo in fondo la tua segreta speranza è che si riformino i Beatles.

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