REIGNING SOUND: “A Little More Time With” cover albumA sette anni dall’ultimo avvistamento è finalmente disponibile il nuovo parto dei Reigning Sound, formazione indie/garage di Memphis e nota creatura capitanata da Greg Cartwright, fondatore degli influenti The Oblivians e demiurgo garage indie-rock dalle tonalità sixities. “A Little More Time With Reigning Sound” ci consegna la band di Memphis, Tennessee, in forma smagliante e nella formazione tipo con l’ex Oblivians Greg Cartwright, Jeremy Scott, Greg Roberson e Alex Greene, proprio come nel bellissimo “Home for Orphans” del 2005. Al disco hanno partecipato in veste di guest anche il batterista e percussionista Graham Winchester, il cantante Coco Hames, il chitarrista John Whittemore e gli archi di Elen Wroten e Krista Wroten.

Si tratta della seconda uscita dei nostri per la Merge, che li vede di ritorno a Memphis e, nonostante la formazione originale, non viene proposto quel ruvido suono roots-garage che li aveva a lungo caratterizzati, ma hanno preferito mantenersi lungo il percorso battuto in tempi più recenti.

Le radici non vengono abbandonate, il R’n’R, il country e spruzzate di soul sono ben presenti e non manca neppure una notevole energia, ma ciò che risulta è un disco conservatore. Solamente una cover nei dodici episodi che compongono la raccolta (“I Don’t Need That Kind of Lovin’” di Adam Faith anno 1965) per un album in cui il canto è flessuoso e carezzevole, la ritmica equilibrata e posata, l’organo morbido e suadente e presenti dosi consistenti di pedal steel ed archi.

La scrittura e gli arrangiamenti sono ben portati e il tutto suona assolutamente vero e non artefatto, ma i giorni furiosi e coinvolgenti degli Oblivians sono conclusi da tempo immemore. Greg è in forma, ci racconta belle storie tipicamente americane. Il country spruzzato di massicce razioni di rock’n’roll è il linguaggio scelto per il suo pubblico.

Si destreggia tra un Chuck Berry selvaggio nell’interpretazione della cover presente, ci elargisce ballate country con pedal steel colme di buoni sentimenti (“Moving & Shaking”). C’è spazio pure per un rock alla Lou Reed (“Make it Up”). Il disco propone il meglio nella sua prima parte per calare nel suo declinare.

Per concludere l’album è piacevole, bisogna capire, però, se è quello ascoltato che ci attendiamo dai Reigning Sound!!!


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