REB FOUNTAIN – ‘Iris’ cover albumOriginaria della Nuova Zelanda, Reb Fountain eleva il suo marchio unico di noir folk-punk a nuovi livelli con il suo ultimo album, “IRIS”. Fountain è nata a San Francisco prima di trasferirsi nella piccola città portuale di Lyttelton, appena fuori Christchurch. Si è unita ad artisti come Aldous Harding, Marlon Williams e Delaney Davidson nello sviluppo della scena alt-folk, in continua crescita, della Nuova Zelanda. Ha anche creato il suo album di debutto omonimo, pubblicato nel 2020 tramite Flying Nun Records con il plauso della critica e numerosi premi, seguito da un tour tutto esaurito del paese.

Registrato ai Sublime Studios con i co-produttori Simon Gooding e Dave Khan, “Iris”, prende il suono caratteristico del suo disco precedente e si basa su di esso, mescolando influenze pop, folk e rock per creare un disco tanto liscio quanto bello. Dell’approccio creativo che ha adottato verso questo lavoro Fountain spiega: ‘Ho cercato di catturare la rifrazione della luce – la piena saturazione della talità – e rimanere aperto a qualunque cosa emergesse”. Questo atteggiamento traspare durante l’ascolto del disco, poiché una varietà di strumenti e toni fluiscono insieme per completare il suono centrale catturato da Reb.

La traccia di apertura, “Psyche”, ci ammanta con un’atmosfera lenta e solenne. Note di violino e pianoforte accompagnano la voce delicata della ragazza, che è in gran parte al centro della scena. A metà del pezzo, le percussioni morbide e la linea di basso si uniscono alla mischia, portando con sé una sensazione oscura ma allo stesso tempo groovy. I testi poetici traspaiono qui, come nell’intero album, con il suo immaginario criptico ma potente: ‘La morte nera alle nostre calcagna abbiamo dormito per giorni, innamorati della distanza una scia infinita, trainandoci dietro la nostra treccia stagionata, timone e piegare le vele’.

In contrasto con la traccia precedente, “Foxbright” porta un suono più rilassato e sereno, con morbide note di chitarra acustica pizzicate con le dita che guidano la canzone in avanti. Uno degli aspetti più sorprendenti è la gamma vocale che Fountain mostra su ogni brano. Un minuto, abbassa la sua voce a un livello profondo e doloroso come in “Psyche”, il successivo offre toni alti morbidi, come fa per la sensazione più calmante di “Foxbright”. Cambiando il tempo ancora una volta, “Invisible Man” inizia con un leggero sottofondo di percussioni e una linea di basso fluida per introdurre il pezzo più ballabile, pur mantenendo l’inquietante ventre presente in tutto il disco.

In seguito, il favorito della folla del tour IRIS e il primo singolo dell’album, “Heart”, mostra una bella strumentazione in stile anni ’70 e voci delicate, ma leggermente ossessionanti, che evocano un’atmosfera simile a “Awaken, My Love” di Childish Gambino. La traccia seguente, e secondo singolo pubblicato, “Beastie”, è quella che sicuramente vi rimarrà in testa dopo aver terminato l’ascolto, con il suo ritmo contagioso, il ritornello orecchiabile e la linea di basso fluida. Oltre alla melodia ballabile, anche i testi di Fountain su questa traccia hanno molto da offrire, esplorando il tema dell’identità, scegliendo chi vuoi essere, assumendoti anche la responsabilità di chi sei. “Fisherman” è probabilmente la canzone più incisiva dell’LP, con Reb che abbatte i problemi della gerarchia sociale e spera in un mondo più giusto ed empatico. Le note di pianoforte malinconiche, i potenti segmenti di violino e la voce addolorata si aggiungono all’atmosfera oscura e inquietante.

Un’esperienza oscura e d’atmosfera, “Iris” eleva il suono del precedente disco della cantante ed esplora alcuni concetti astratti, ma altamente riconoscibili. Con questa raccolta intreccia sapientemente una varietà di influenze per creare un’opera incredibilmente concentrata, profonda e potente che non sarà facilmente dimenticata!!!


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