PETER CASE: “The Midnight Broadcast”  cover albumPeter Case descrive il suo quattordicesimo album solista come un ‘tentativo di cogliere le sensazioni che provo tutte le innumerevoli volte che mi trovo a guidare di notte per l’America con la radio accesa’. Così si spiega “The Midnight Broadcast”, un immaginario programma radiofonico notturno in cui frammenti di conversazioni radiofoniche si alternano a brani che il cantautore di Buffalo interpreta come se fossero ‘registrazioni sul campo’, ‘canzoni di cowboy, amanti, combattenti e marinai naufragati, di speranza, di risate e disperazione, di blues antico e jazz ruspante’, che legano composizioni dello stesso Case a cover dylaniane (“Early Roman Kings”,”This Wheel’s On Fire”), di Leadbelly, Mance Lipscomb e Sleepy John Estes ma anche del folk singer inglese Cyril Tawney.

Il nativo di Buffalo ha già registrato un disco simile a questo, “Let Us Now Praise Sleepy John”, nominato ai Grammy Award nel 2007. Facendo da collegamento a quel meritato omaggio, è quindi appropriato il folk-bluesman di “Oh the Morning” / “President Kennedy” di Estes che appare qui. Ma è anche un’illustrazione dell’attitudine di Peter come musicologo, così come numerose selezioni di pubblico dominio: “Stewball” e “Captain Stormalong”, tra gli altri, sono giustapposti a un paio di astuti riconoscimenti di influenza sotto forma di Mance Lipscomb “Charlie James” e “Bumble Bee” di Memphis Minnie.

Due brani di Bob Dylan rafforzano ulteriormente la comprensione di Case della storia, musicale e non. Di un pezzo con l’ambiente circostante, le esecuzioni acustiche di ricambio di “Early Roman Kings” e “This Wheel’s On Fire” sono libere dagli effetti nel canto o nell’esecuzione. Inoltre, queste composizioni del Premio Nobel sono sequenziate in modo abbastanza mirato: il primo, un estratto dallo splendido album “Tempest” del 2012 del ‘Bardo del Minnesota’, appare proprio mentre l’album sta guadagnando slancio, mentre il secondo, culmine dell’epocale “Music From Big Pink” di The Band, conclude anche questo LP.

Scritta da Bob con il bassista / cantante di quell’iconico gruppo Rick Danko durante l’era dei “Basement Tapes”, questa narrativa secolare di fuoco e zolfo acquisisce ancora più presagio in questo contesto attraverso la sua resa sommessa (rispecchia le nuvole grigio scuro della bella copertina del disco). È anche un’estensione di un legame quasi subliminale di continuità con l’intera opera di Dylan, una nozione inevitabile prima che l’unico originale di Case si concluda; nei suoi termini molto propri, “Just Hanging On” è un’osservazione saggia e paziente sui nostri tempi difficili, ma acquista ulteriore significato attraverso i suoi echi tortuosi, ma comunque riconoscibili (intenzionali o meno) di Dylan “I’ll Keep It With Mine “Dal 1964.

Impostando il tono in più di un modo per “The Midnight Broadcast”, la qualità audio ingannevolmente lo-fi rispecchia la gamma autenticamente radicale di canzoni tra cui “Grey Funnel Live”. Ma i suoni sono in linea con la voce di Case, che, anche se ha mantenuto il suo tono fondamentalmente infantile nel corso degli anni, ha acquisito una qualità alterata che gli conferisce ancora più carattere. Per quanto possano suonare pesanti alcune delle performance, come “Going Down Slow”, la stessa abilità musicale è edificante, derivante da quella che è essenzialmente una semplicità intima e molto personalizzata. È un album austero con i suoi arrangiamenti scheletrici adornati di armonica, organo Vox e maracas. Ma poi Peter Case non ha mai permesso ornamenti estranei su nessuno dei suoi dischi, quindi questa ultima esecuzione del suo concetto ‘less is more’ non solo è del tutto in linea con il resto della sua discografia solista, ma un esercizio di ambizione distintamente memorabile sul suo termini propri!!!


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