Grazie alla Cien Fuegos ritorna disponibile sul mercato l’album “Machine Gun” di Peter Brotzmann, musicista tedesco e uno dei padri storici del free europeo.
Il disco in questione fu registrato nel 1968 e pubblicato immediatamente in forma privata, fu ristampato nel 1971 dalla gloriosa FMP di Berlino, di cui il nostro è stato uno dei fondatori.
Peter proveniva dal movimento Fluxus ed è un musicista dedito all’uso del sax, ma anche del clarinetto e, saltuariamente del tarogato. Fu uno dei pochi ad usare il sax basso, strumento di solito relegato in secondo piano.
“Machine gun” è uno dei lavori più provocanti della storia del jazz europeo, è un oggetto sonoro contundente capace di esprimere appieno lo spirito di un’epoca.
L’agguerritissimo ottetto diretto dall’allora ventisettenne Peter Brotzmann conta la presenza di alcuni veri e propri fuoriclasse del genere, musicisti che negli anni a venire avrebbero contribuito all’affermazione di una via Europea al Free Jazz e all’improvvisazione radicale. Evan Parker (sax tenore) Willem Breuker (clarinetto basso, sax tenore) Fred Van Hove (pianoforte) Peter Kowald e Buschi Niebergall (contrabbassi) Sven-Åke Johansson – batteria e Han Bennink (batteria).
Il suono che ne fuoriesce è ribollente e totalizzante, un lavoro dal fascino assoluto, ma non per tutti!!!


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