ORVILLE PECK- “Show Pony EP” cover albumIl mondo musicale è strano, a volte anche enormemente sorprendente. Mai mi sarei aspettato, lo scorso anno, di vedere l’esordio di Peck avere un riscontro di attenzione così grande. Orville lo abbiamo visto aprire i concerti di Harry Styles e a sedere in prima fila alle sfilate di Dior. Tutto grazie all’hype generato da una serie di accorgimenti promozionali, ma, soprattutto, per merito di un album come “Pony” di irresistibile bellezza che ha riportato la country music tra gli ascoltatori di tendenza. Un disco che ha saputo accontentare tanto coloro che si nutrono di musica alternativa, quanto quelli che sbavano per la musica tradizionale. È una delle carte vincenti di Orville Peck il fornire diversi livelli di lettura per le sue storie da cowboy nichilista e un po’ depresso. Oltre, ovviamente, ai luccicanti completi glam-western e alle mascherine a tendina che ne celano l’identità: “Qui c’è un uomo che intende celare il proprio volto ma non la propria anima“, è l’efficace descrizione che ne dà l’NME.

Il nostro è ritornato con un EP di sei canzoni, “Show pony”, per venticinque minuti, pubblicato congiuntamente da Columbia Records e Sub Pop Records: scritto e prodotto dallo stesso musicista di stanza in Canada. Questo nuovo lavoro sulla distanza breve tratta di temi come amore, cuori spezzati, ricordi giovanili e orgoglio e vede l’incredibile partecipazione di un’icona del country come Shania Twain, che duetta con Peck in “Legends Never Die”.

È un Peck ormai estremamente consapevole quello che si sente cantare in registrazioni di altissima qualità, sempre a metà tra Johnny Cash e Morrissey anche se a detta sua questo disco è stato ispirato da Neil Young And The Crazy Horse. Ricco di un bel canto in cui Orville si trasforma in vero e proprio crooner, senza chitarre elettriche troppo invadenti né drag queen assurte a protagoniste di canzoni, ma concentrato sulla rivisitazione non troppo fuori dagli schemi delle strutture e delle tematiche tradizionali del genere di riferimento.

La nostra attenzione ovviamente finisce subito sulla già citata “Legends Never Die”, il momento più pop del disco con la voce di Peck che contrasta bene con quella della storica songwriter nativa dell’Ontario, creando ottime armonie su una deliziosa strumentazione country-pop. Non è il pezzo migliore perché sia “Summertime”, in cui possiamo godere del caldo baritono di Orville accompagnato da un certo romanticismo poetico e da atmosfere desert-rock psichedeliche, sia “No Glory In The West”, semplice e con la sola chitarra, oltre alle influenze country classiche, anche qui è ancora la voce profonda di Orville a svettare e colpirci, mi sembrano decisamente migliori. “Drive Me, Crazy” è passionale ed è adornata da uno splendido piano, mentre la cover di “Fancy”, di Bobbie Gentry, chiude l’EP con un’atmosfera strana, scarna e drammatica e un’effettistica piuttosto particolare prima di lasciare spazio a un potente assolo di chitarra negli ultimi quaranta secondi.

Pur nella sua breve durata, il disco dimostra l’interessante percorso che il canadese sta compiendo per entrare di diritto nell’élite della musica country!!!


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