NORTH AMERICANS – ‘Long Cool World’ cover albumSotto la bandiera dei North Americans, Patrick McDermott ha esplorato una gamma di trame sonore, dai droni ringhianti e l’astratto capovolgimento dei canali di “No No” del 2014 alle sinuose figure di primitive guitar americana su “Going Steady” del 2018.

Dopo aver firmato con Third Man, il progetto si è trasformato in un duo con l’inclusione del musicista di pedal steel di Portland, Barry Walker.

Quasi irriconoscibile dal lavoro precedente di McDermott, la loro collaborazione del 2020, Roped In, era laconica ed eterea, una languida conversazione tra due improvvisatori. Il seguito del duo (e il quinto assoluto di McDermott come North Americans) segue uno schema simile ed è, semmai, anche più assonnato del proprio predecessore.

Apparentemente, “Long Cool World” è un album di chitarra acustica (con corde di nylon e metallo) e pedal steel strumentali, in gran parte improvvisati e senza molta definizione. Le canzoni si muovono attraverso il campo stereo in umide derive rosate, provocando occasionalmente una piccola tempesta, ma per lo più camminando al proprio ritmo.

Sotto la superficie dei toni d’acciaio scintillanti di Walker e dei motivi circolari di McDermott, tuttavia, ci sono dettagli più fini che vale la pena ascoltare.

Tracce come “Think of Me as a Place” e “Crossed Up” sono affari sorprendentemente densi, sostenuti da un lieve caos di effetti e mormorio statico. La manipolazione è così sottile che è difficile capire cosa, a parte le chitarre, stia accadendo in ogni brano.

Nella sua forma più tranquilla, come nell’incantevole “The Last Rockabilly”, il disco è come un vento caldo, che spinge dolcemente gli ascoltatori lungo un sentiero sconosciuto, ma invitante. È musica ambient per camminare lentamente e sognare ad occhi aperti con abbastanza elementi organici da mantenerla vagamente legata alla realtà!!!


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