Questa è tecnicamente la prima uscita di Leslie Feist da “Pleasure” del 2018. Ma ciò non significa che la cantautrice canadese si sia riposata sugli allori.
Nel periodo di cinque anni, è entrata nel ruolo di genitore solista adottando sua figlia Tihui, si è trasferita a Toronto e ha lanciato una serie di podcast in cima alle classifiche, “Pleasure Studies”. Tutto questo durante una pandemia globale che ha gettato l’industria dell’arte in un disastro senza fine.
Riconoscimenti e processo di adozione a parte, qualcos’altro stava filtrando nell’etere. Durante il primo lockdown, la musicista si è trovata più produttiva che mai. Mentre cantava dolcemente a sua figlia perché si addormentasse, frammenti di queste ninne nanne avrebbero continuato a formare il suo spettacolo “Multitudes”. Perché questo lavoro in realtà è nato come un’installazione dal vivo. Il primo, infatti, ad essere progettato con un suono coinvolgente a 360 gradi in Dolby ATMOS incontaminato di livello audiofilo. Il progetto l’ha vista anche collaborare di nuovo con il produttore di “Metals” del 2011, l’ingegnere Robbie Lackritz, plurinominato ai Grammy.
Tuttavia, scontrandosi crudelmente con la gioia di una nuova vita, Leslie ha dovuto affrontare l’improvvisa morte del padre, l’acclamato artista Harold Feist. “Become the Earth” la trova immersa in quel dolore mentre guada tra viti, polvere e cenere ricoperte di vegetazione. Contempla cupamente: ‘Dalle persone che sono venute alle persone che restano / Alla fine se ne andranno nel giro di pochi giorni’. “Hiding Out in the Open” è altrettanto sfacciata mentre afferma: ‘Tutti hanno la loro merda / Ma chi ha il coraggio di sedersi con essa?’.
La bombastic “Borrow Trouble” vanta la più stretta fedeltà al suono della big band di “Pleasure”. Ci sono percussioni da processione, un assolo di sax vagante e Amir Yaghmai (Haim, Devendra Banhart) che porta ‘il primo ronzio di violini’. Ma è “The Redwing” dove la sua famigerata acustica Martin 00-17 brilla davvero, mentre la sentiamo raccontare malinconicamente un incontro con l’uccello invernale (un possibile cenno alla credenza spirituale che un compagno di siepi dal petto rosso possa simboleggiare i propri cari è vicino).
Perché il suo dolore e la sua passione sono palpabili in questo disco. Come ammette nella sincera ode “Song for a Sad Friend”, ‘C’è il bene e il male chiusi in un abbraccio eterno’. E, come ci si aspetta da questa artista multidisciplinare, il disco contiene ‘moltitudini’!!!
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