NEAL FRANCIS – ‘In Plain Sight’ cover albumIl tastierista/cantante/cantautore Neal Francis era già un veterano al momento dell’uscita del suo acclamato debutto nel 2019. Ha iniziato come pianista blues dedicato, è passato a uno stile strumentale funk più retrò con The Heard, è quasi morto per un attacco di alcol nel 2015 e ha messo insieme la sua vita per il suo primo album da solista, il radicato, pieno di sentimento e intitolato in modo appropriato “Changes”.

È tornato sulla major indie ATO, e, forse non sorprendentemente, si muove verso una direzione più pop e meno retrò mainstream per questo seguito. Il noto produttore Dave Fridmann ha mixato il progetto, ma anche se il lavoro è stato prodotto dalla stessa persona che ha diretto il suo set precedente ed è stato registrato alla vecchia maniera su nastro magnetico con la sua road band, è una raccolta molto più raffinata. Ciò è in parte dovuto ai sintetizzatori analogici che, nel bene e nel male, dominano il suono insieme ad un approccio sovrainciso e ad un songwriting che sembra meno interessante o contorto e più strutturato di prima. “In Plain Sight” è stato scritto e registrato quasi interamente in una chiesa, St. Peter’s UCC. Stranamente Neal ammette di non essere religioso, ma ha accettato un lavoro nel ministero della musica presso la chiesa di Chicago nel 2017. Dopo una rottura, ha chiesto alle persone che gestiscono St. Peter’s se avesse potuto trasferirsi lì. ‘Pensavo che sarei rimasto solo pochi mesi, ma è diventato più di un anno e sapevo che avrei dovuto fare qualcosa per approfittare di questo dono miracoloso di una situazione’, riferisce il pianista.

Il risultato è in questo lavoro e, sebbene non sia esattamente un concept album, ci sono sicuramente dei temi che attraversano la tracklist legando insieme le tracce. Il disco è un suono che affronta una sfilza di cambiamenti e cerca di dare un senso a ciò che verrà dopo. E anche se la pandemia non è stata al centro del suo modo di scrivere, i sentimenti di incertezza espressi in questo LP risuonano fortemente con ciò che molti di noi hanno vissuto nell’ultimo anno e mezzo.

Francis sta ancora soffrendo per una storia d’amore fallita che guida naturalmente i testi di queste canzoni. Questo è certamente vero nell’anima vivace e allegra, quasi tropicale di “BNLV” (‘Abbiamo avuto una buona cosa in passato / Perché le cose buone non possono durare per sempre / Il vero amore non dura mai’), il più malinconico “Asleep” (‘Addormentato nelle braccia di un altro/Sognando che eravamo ancora amanti’) e “I Can’t Stop the Rain” (‘Non posso nascondermi da te, ragazza/Perché sei in ogni canzone’). Quest’ultimo è uno dei momenti più belli del disco con il suo cenno allo stile pianistico di Elton John ed un’apparizione a sorpresa, di alto profilo, di Derek Trucks alla chitarra slide che porta la canzone a una marcia alta generalmente assente su altre tracce.

La voce di Francis, che andrebbe rimarcata, a volte si perde nel mix. E quando canta versi come ‘Il mio cervello è rotto, ora sono convinto/non riesco a respingere questi pensieri/non è un dolore ordinario che provo/ma un terrore esistenziale’ alla sua voce manca l’intensità che quelle parole meritano. Le melodie possono richiedere alcuni giri per connettersi, ma l’anima retrò anni ’80 stile ‘Blue Eyed Soul’ e il funk della strumentazione sono ovvi e accattivanti, specialmente quando i ritornelli di accompagnamento spettrali, ma potenti, di tanto in tanto entrano in gioco.

L’equilibrio di Neal Francis di combinare una mentalità retrò con una sensibilità moderna non sempre funziona, ma quando lo fa, la sua musica riflette una prospettiva fresca, se non sempre avvincente!!!


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