I Minimal Compact tornano con l’album “Creation Is Perfect”, anticipato dalla riedizione del classico “Statik Dancin’”. Nonostante il rinnovo di interesse del genere di appartenenza dei nostri, che non data sicuramente in tempi recenti, il gruppo israeliano rimane una formazione misconosciuta del post-punk e della new-wave della prima metà degli anni ottanta. Si sono riuniti più e più volte, ma rimangono materia per i carbonari, raramente vengono menzionati, al massimo li si può citare in compagnia dei Tuxedomoon, dei Wire oppure dei Savage Republic. Ancora una volta giunge in aiuto Colin Newman, compagno di Malka Spigel, bassista del gruppo, ma pure produttore del loro miglior album, “Raging souls” del 1985. Il buon Colin da loro una mano in sede di regia mettendo in risalto l’attualità dell’art-rock atmosferico di cui sono capaci.
Degli otto brani presenti nella nuova fatica solo uno è una traccia inedita, gli altri sono classici post-punk della band riarrangiati e registrati in maniera sublime. Un repertorio che conta in questa occasione della nevrotica ballabilità di “Statik dancin’”, le atmosfere orientaleggianti e nervose di “The well”. Ascoltate con attenzione “Not knowing” e ditemi se non percepite una commistione di Depeche Mode e Lush.
I Minimal Compact, israeliani di origini, si sono formati ad Amsterdam nel 1980 e sono stati una delle formazioni di punta della scena post-punk del periodo d’oro, noti e conosciuti tanto quanto le formazioni inglesi di quel momento, ma dallo scarso successo di vendite. Hanno suonato in tutto il mondo, dalla Polonia al Giappone, divenendo noti per i live energici e intensi e lo stile inconfondibile. Dopo essersi sciolti nel 1988, gli M.C. sono rimasti una delle più influenti band della scena post punk e nel 2004 c’è stata la prima reunion per una manciata di concerti e da allora, di tanto in tanto, il gruppo si riunisce per suonare dal vivo. Ora è arrivata il momento del nuovo album “Creation Is Perfect”, uscito lo scorso 25 ottobre. La band ha registrato sette classici dandogli una nuova anima e suono. A completare il lavoro ci pensa poi “Holy Roar”, unico inedito di questo LP del ritorno e forse quello che meglio dimostra quali siano le origini della band.
Se non avete mai avuto l’opportunità di fare la loro conoscenza, questa opera può essere un bel modo di approcciarli!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *