MAVIS STAPLES & LEVON HELM – ‘Carry Me Home’ cover albumRegistrato nell’estate del 2011 al ‘Woodstock Studio’ di New York di Levon Helm, ANTI-Records ha pubblicato “Carry Me Home”, un nuovo album che mette in mostra la musica di Mavis Staples e Levon Helm. Helm morì l’anno successivo, rendendo questa la loro ultima esibizione insieme. Il disco che li vede eseguire brani come “This May Be The Last Time” e “Farther Along” è descritto come un viaggio condiviso in cui tracciano le loro radici comuni e celebrano il potere duraturo della fede e della musica.

Parlando dell’uscita, Staples dice ‘Non mi è mai passato per la mente che potesse essere l’ultima volta che ci vedevamo. Era così pieno di vita e così felice quella settimana. Era lo stesso vecchio Levon che avevo sempre conosciuto, solo un bellissimo spirito dentro e fuori’.

L’amore e l’ammirazione reciproci della coppia sono in piena mostra in “Carry Me Home” di Fred McDowell e il reverendo Gary Davis, il primo singolo ad essere condiviso che presenta un mix di Staples e le band di Helm che operano al culmine delle loro forze mentre lavorano di classe attraverso una scaletta eclettica di brani resi famosi da artisti del calibro di Nina Simone, The Impressions, Bob Dylan e The Rolling Stones. Le esibizioni sono commoventi, grazie all’interpretazione della grande cantante che comanda una serie di brani normalmente non nel suo live set (“I Wish I Knew How It Would Feel to Be Free” di Nina Simone, “You Gotta Serve Somebody” di Bob Dylan). Helm, che all’epoca era di salute debole, ha suonato la batteria per tutto il set, riservando la sua voce, come era tipico in questo periodo, per una strofa in “The Weight”.

‘Mio padre ha costruito The Midnight Rambles per ripristinare il suo spirito, la sua voce e il suo sostentamento’, spiega la figlia del batterista di The Band, Amy Helm, che ha cantato nei cori con suo padre e Staples durante la loro esibizione. ‘Si era rialzato da tutto ciò che lo aveva deposto, e vedere Mavis venire a cantare e santificare quel palco è stato il trionfo finale per lui’.

Secondo il comunicato stampa, quando tutto era finito, Mavis non riusciva a credere a quanto velocemente fosse volato il tempo. Temeva l’idea di lasciare Woodstock, di lasciare Levon, ma il dovere la richiamava sulla strada, e così concluse la sua settimana come era iniziata: con un lungo abbraccio. ‘Ci siamo abbracciati, abbracciati e abbracciati’, ricorda la nostra. ‘L’ho solo tenuto stretto. Non sapevo che sarebbe stata l’ultima volta, ma nel mio cuore e nella mia mente, Levon sarà sempre con me perché lo porto ovunque io vada. Si Certamente. Lo posso vedere in questo momento. E qualche dolce giorno, saremo di nuovo insieme’.

Di fronte a due tali giganti della musica americana c’è solo da togliersi il cappello, siamo al cospetto di una pagina discografica di abbagliante lucentezza, in grado di far divampare sentimenti quali euforia, malinconia e rimpianto. Una musica che scaturisce dall’enorme talento dei due (legati da sincera e profonda amicizia), dalla loro sensibilità e da una passione sfrenata.

Il lavoro ci dona una dozzina di pezzi presi per la maggior parte dal patrimonio che i due condividevano e che hanno marchiato in modo indimenticabile almeno cinquant’anni di storia del blues, del soul, del gospel e del rock. Niente di nuovo direte voi, può essere, ma quando la musica sa offrire momenti così intensi e colpisce direttamente al cuore non c’è modernità che tenga!!!


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