Mary Chapin la ho seguita nel suo percorso musicale dall’esordio fino alla metà degli anni novanta. A causa dell’interesse crescente per altri generi la ho accantonata, penso sbagliando.
Ad oggi si contano ben quindici dischi nella sua discografia, difficilmente ne ha pubblicato qualcuno sotta la media qualitativa “Buona”.
Oggi esce con un nuovo album che vuole fungere da celebrazione per la sua trentennale carriera, iniziata nel 1987 con “Hometown girl”. Si intitola “Sometimes just the skies” e presenta rifacimenti di alcuni dei suoi classici, con interpretazioni ed arrangiamenti del tutto inediti, ed un brano ad oggi mai pubblicato, divenuto proprio il pezzo che dà il titolo all’album.
Il disco che consta di 13 tracce è stato registrato interamente dal vivo al Real World Studios di Peter Gabriel a Bath, in Inghilterra.
La possiamo annoverare tra la schiera delle cantautrici, ma con la maiuscola (è cugina del grande Harry Chapin). “Sometimes Just The Sky” è stato prodotto da Ethan Johns (Ryan Adams, Paul McCartney, Ray LaMontagne) con grande cura negli arrangiamenti ed attenzione ai minimi dettagli.
Il disco scorre fluido, composto da brani dotati di grandi melodie e conferma la qualità di scrittrice di Mary. Le liriche narrano di storie personali, a volte legate alla sua gioventù.
Tra le canzoni mi preme citare quella omonima, che chiude le danze. Un pezzo lento, intenso che ha il passo del capolavoro nel suo svolgersi maestoso.
La Carpenter non ha grande seguito in Italia, facciamo in modo che questa opera possa cambiare la situazione!!!

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