MARK MAY BAND- “Deep Dark Demon” cover albumNon è un esordiente Mark May, potrà essere sconosciuto dalle nostre parti, ma Mark ha già una discreta carriera alle spalle. Nativo di Columbus, Ohio, deve la sua popolarità alla frequentazione di locali e bar di Houston, luogo in cui ha abitato per lungo tempo. I colleghi lo stimano, un nome su tutti, Dickey Betts, con il quale ha suonato nei Great Southern, ma anche la stampa di settore ha sempre speso belle parole per il chitarrista di Columbus, usando come termine di paragone nomi importanti quali Albert Collins e Stevie Ray Vaughan, molto probailmente per il fatto che il nostro ha sempre mostrato un certo attaccamento al Texas blues.

Se si ascolta con attenzione la sua ultima fatica, “Deep dark demon”, quinta uscita di una discografia che ha preso il via nel 1995, si comprende che May va oltre il classico rock-blues. La sua versatile voce si muove con abilità anche in quelle ballate spruzzate di soul e la sua effervescenza strumentale lo conduce nel mondo del southern-rock. È aiutato da una band che, nello specifico, è composta dal chitarrista Billy Wells, dal bassista Darrell Lacy, da un batterista che può essere Geronimo Calderon oppure Brandon Jackson a seconda dei pezzi, da un tastierista a cui si aggiungono un sassofonista ed un percussionista. Il risultato è un album che presenta un musicista capace di coniugare diversi stili di blues, la cui voce si adatta sia ai brani più tirati così come a quelli maggiormente melodici quali “For your love” in cui la presenza del sax di Eric Dammer elargisce una gemma soul-jazz .

Molte canzoni blues hanno il Diavolo come protagonista e ognuno ha i propri demoni personali. Mark May lo porta in primo piano con il suo debutto nella Gulf Coast Records, “Deep Dark Demon”. L’album inizia con “Harvey’s Dirty Side”, che è senza dubbio la più grande canzone su un disastro naturale dai tempi di “When the Levee Breaks”. May è un sopravvissuto all’uragano Harvey che ha devastato Houston nel 2017. Descrive in vividi dettagli la tempesta e le conseguenze usando uno sfondo musicale davvero tempestoso. La canzone si infiamma con la slide, miglior apertura non ci potrebbe essere. “BBQ and blues” è un bell’esempio di shuffle, mentre “Back” ha un groove latino che ricorda Carlos Santana, che sicuramente riempirà le piste da ballo (non appena si apriranno). La title track è un blues sporco in cui l’oscurità domina e la voce sembra quella di una persona che ha appena bevuto whiskey in gran quantità. Le tenebre non mancano anche in “My Last Ride” in stile Allman e “Invisible Man”. Ci sono altri momenti di livello come in “Sweet music”, in bilico tra rock sudista e ruvido rock-blues, “Rolling me down”, più rilassata e divertente e ancora “Walking Out That Door”, che vede la presenza di un Hammond B3 che fa sentire le sue note capaci di straziarti.

Non avendo modo di incasellare il suono della Mark May Band, consigliamo vivamente di ottenere immediatamente una copia di “Deep Dark Demon” e di aggiungerla alla vostra collezione soprattutto coloro che strippano per le chitarre roventi e per quel suono in cui si mescola il Texas Blues con le armonie delle sei corde tipiche del southern rock!!!


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