With Animals, il secondo album del progetto che vede insieme l’ex voce degli Screaming Trees Mark Lanegan e il polistrumentista britannico Duke Garwood.
Negli ultimi dieci anni Lanegan e Garwood hanno lavorato insieme all’album “Black Pudding” nel 2013 e agli album solisti di Lanegan, Garwood ha contribuito a “Blues Funeral” del 2012, a “Gargoyle” del 2017 e subito dopo ha partecipato al tour come musicista nella band di Lanegan.
I due sono così legati in quanto rappresentano il tormento e l’oscurità nel mondo del rock di oggigiorno.
Spesso mi sento dire che molti lavori contemporanei sono sempre uguali a sé stessi, routinari e che non si ricerchi più nulla. A parte il fatto che avrei da obbiettare parecchio sui dischi che esprimono originalità in musica, ma il fare sempre le stesse cose non è sempre negativo dipende come le si fanno. Ci sono artisti che, pur ripetendosi, riescono a stimolare i nostri sensi perché sono realmente legati ai brani che compongono, vengono dalla loro anima non sono calcoli commerciali.
L’album precedente del duo era un’uscita carina, che piaceva al primo ascolto, ma persisteva poco come gusto. “With animals” credevo potesse porsi sullo stesso livello, invece lo ho trovato decisamente superiore. Fin da “Save me” siamo sprofondati nelle tenebre che emana la traccia, una sorte di gospel apocalittico che invoca la redenzione.
Si tratta di un disco dalle atmosfere sepolcrali, lento nel suo dipanarsi, liriche che vengono direttamente dal Vecchio Testamento (giardini, serpenti, Lucifero), musiche che si muovono tra il blues del delta e la psichedelia più malata ed allucinogena.
Non avevo aspettative e mi ritrova davanti ad una delle opere più ispirate del Lanegan degli ultimi anni.
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