LAMBCHOP: “Trip” cover album“Trip” è un particolare album di cover dei Lampchop registrato a Nashville a dicembre del 2019 sotto la supervisione di Jeremy Ferguson. Il titolo fa riferimento al viaggio che è stato per la band registrarlo, al fatto che Kurt Wagner, invece di imbarcarsi con il gruppo in quello che sarebbe stato un tour economicamente disastroso, ha deciso di portarla nell’iconica città del Tennessee e retribuirla per quello che sarebbe stato un trip sonoro basato su versioni libere di brani altrui. E così è stato, per ogni differente giorno di registrazione a ciascun membro della band il frontman ha chiesto di scegliere il brano da suonare e condurre i compagni nella sua esecuzione, guidando di fatto la sessione di registrazione.

A tutti gli effetti, gli ultimi due dischi dei Lambchop sono stati molto vicini all’essere progetti solisti di Kurt Wagner – tale era la visione singolare di “FLOTUS”, e il migliore della carriera, “This (Is What I Wanted to Tell You)”. In entrambi gli LP, Wagner ha raddoppiato un percorso elettronico – ispirato da artisti del calibro di Bon Iver, con il suo “22 A Million”, e l’amore di sua moglie per le playlist che elencano la sua musica pop preferita, vale a dire Beyonce – abbracciando drum machine, sintetizzatori e vocoder. Ma qui, su “TRIP”, i nostri tornano ad essere di nuovo i Lambchop. Un gruppo di ragazzi che amano suonare insieme – catturando lo spirito giusto ed ispirato – creando le proprie interpretazioni delle loro canzoni preferite.

Un’idea del genere potrebbe tradursi in un enorme pasticcio di stili, ma c’è un filo conduttore attraverso il quale l’album funziona come ai bei tempi. L’opener, “Reservations” – una cover dell’ultimo brano di “Yankee Hotel Foxtrot” dei Wilco – segue inizialmente l’arrangiamento originale; c’è più un’atmosfera rilassata nelle armonie vocali di quanto non sia presente nella versione della band di Chicago, ma presto si svolta a sinistra in situazioni di minimal jazz e balbetti new age non necessari, raddoppiando la durata del brano che viene dilatato all’infinito in tutti gli spazi possibili.

Ma questi sono gli unici inconvenienti che la raccolta esibisce. C’è una sensazione meditativa in “Where The Grass Won’t Grow” – forse nata dalla sensazione rilassata delle sessioni – che porta un conforto rilassante. È come sintonizzarsi su una stazione radio ben curata, le scelte delle canzoni, a volte, sembrano provenire un po’dal tentativo di stupire per le scelte bizzarre, ma sono tanto grandi quanto inaspettate. “Shirley” offre l’opportunità di scavare in profondità nel catalogo degli anni ’70 dei Mirrors di Cleveland, Ohio, mentre il baritono onorato di Wagner offre una versione molto speciale di “Love is Here and Now You’re Gone” delle Supremes, che rimane la cosa più vicino all’originale di tutto il lavoro. “Weather Blues” è il taglio più speciale qui: una canzone inedita scritta dal bassista degli Yo La Tengo, James McNew, che porta il disco a un finale malinconico e sobrio. Kurt si esibisce alla sua maniera, quasi una nenia di impronta natalizia, una supplica affinché il desiderio si materializzi.

C’è qualcosa di particolarmente accattivante nell’idea di creare un mixtape per un amico. Separare le selezioni. Trovare collegamenti tra i fili lirici o tematici. Qui, i sei membri dei Lambchop hanno tutti contribuito alle scelte, con il risultato di un disco senza contrasti e particolarmente accattivante, in cui l’amicizia e la pura gioia di suonare la musica sono il cuore del progetto!!!


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